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Distretto 13: le brigate della morte

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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La recensione su Distretto 13: le brigate della morte

di ed wood
10 stelle

cinema transgenere e transtemporale: il passato (western), il presente (poliziesco) e il futuro (fantascienza) condensati in una delle opere piu' alte dell'immenso e sottovalutato cineasta americano. Distretto 13 non e' solo un film di genere realizzato in maniera magistrale: e' un'allegoria essenziale ma profonda dell'America contemporanea, filtrata attraverso una commossa e nostalgica memoria cinematografica. La malinconia del film sta tutta nei rimandi al cinema (e all'America) che fu, nella rappresentazione di eroi "fuori tempo", nella laconicita' ironica ma amara di dialoghi che in due battute identificano i personaggi. Una messinscena stilizzata volta a mettere in scena l'eterno conflitto tra sbirri e banditi, l'ennesima storia di violenza e di morte, ma anche di valori pressoche' inossidabili (amicizia virile, lealta', coraggio, senso del dovere). Il distretto 13 e' un luogo irreale, dimenticato da Dio (o almeno dalla polizia), il cui riscatto e' tutto nelle mani di due neri, una donna e un galeotto individualista. Classico e moderno al tempo stesso, e' la quintessenza di tutto il cinema americano di genere, nell'etica e nell'estetica. Registicamente parlando, Carpenter e' un metronomo.

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