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Nosferatu a Venezia

Regia di Augusto Caminito vedi scheda film

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La recensione su Nosferatu a Venezia

di Donapinto
2 stelle

La giovane nobildonna veneziana Helietta Canins (Barbara De Rossi) e' ossessionata dall'idea che nelle segrete del suo sontuoso palazzo, sia sepolto il vampiro Nosferatu (Klaus Kinski). Fa cosi' arrivare dall'Inghilterra un noto esperto di vampiri (Cristopher Plummer).                              Precisiamo subito che questo film non ha assolutamente niente da spartire con il capolavoro di Herzog del 1979, sempre interpretato da Kinski, anche se le intenzioni del produttore-regista Augusto Caminito, a quanto sembra, erano proprio quelle di un sequel. Cerco anche di risparmiare la descrizione del travaglio che ha subito questa pellicola in fase di lavorazione, cosa ormai nota a tutti, con registi che abbandonavano il set perche' ripetutamente insultati dal protagonista. La direzione passo' direttamente al produttore Caminito, con poca esperienza in fatto di regia, anche se un po' di gente ci mise le mani, a quanto pare lo stesso Kinski diresse alcune scene. Il film usci' nelle sale nel 1988. Io ero reduce dal NOSFERATU di Herzog, che neanche 16enne, mi aveva entusiasmato. Dunque ero estremamente curioso di vedere questa versione italiana, ma non ne ebbi mai l'occasione. Oggi a distanza di 31 anni, grazie all'aquisto di un DVD di seconda mano, sono riuscito finalmente a togliermi questa curiosita'. Sapevo che la pellicola era stata relegata allo status di opera mediocre, salvo qualche parziale rivalutazione, ma non pensavo che la mediocrita' fosse a un livello così alto. Sostanzialmente non funziona niente. Non c'e' atmosfera e non ha un vero e proprio filo logico. Ridicola inoltre la trovata della seduta spiritica che fa resuscitare il vampiro. Le musiche di Vangelis sono del tutto inappropriate, gli attori sono incomprensibilmente mediocri, lo stesso Kinski appare quasi ridicolo in un ruolo che invece nove anni prima lo aveva reso grande, risultando totalmente inespressivo. Lo stesso discorso vale per due attori di razza come Cristopher Plummer e Donald Pleasance, assolutame monocorde e in linea con la pessima qualita' dell'opera. Non bastano certo qualche bella ripresa di una Venezia nebbiosa e spettrale e un nudo della bella e sensuale Barbara De Rossi a risollevare un'opera scadente, sbagliata sin dal primo fotogramma, nonostante le intenzioni del regista fossero probabilmente quelle di realizzare un melodramma-horror a tinte forti, con un vampiro molto "umano", desideroso di amore e stanco di vivere una "non vita". Non contento dei problemi che gli aveva arrecato Kinski, il produttore Caminito lo stesso anno dirigera' GRANDI CACCIATORI, film d'avventura a sfondo animalista, anche questo di vaga ispirazione Herzoghiana, molto raro e difficile da reperire. Fu scelto di nuovo Kinski nel ruolo del protagonista, ma ricordo che durante il film, il suo personaggio scompare per lasciare il posto ad Harvey Keitel. Come giustamente ha fatto notare l'utente mm40, c'e' il fondatissimo sospetto che Kinski in una delle sue leggendarie sfuriate, abbia poi abbandonato il set, costringendo la produzione a correre ai ripari e modificare sceneggiatura e montaggio. E' proprio vero che Herzog era l'unico, non senza difficolta', che riusciva a tenergli testa. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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