Regia di Augusto Caminito vedi scheda film
A tratti elementare. A tratti fascinoso (soprattutto quando nessuno recita, i silenzi sanno creare una bella atmosfera). Non è proprio da buttar via il film di Caminito. E' molto facile, quello sì; la sceneggiatura è da tv movie, c'è poco cinema. E quel poco cinema è Kinski. Anche Plummer e Pleasence, due efficaci icone del genere, sono schiacciati da una produzione banale. Ma il Principe del Male è, e rimarrà sempre il compianto Klaus Kinski.
La storia è quella di una famiglia bene veneziana, convinta dell'imminente risveglio del Nosferatu, proprio nella loro cantina. Faranno chiamare il massimo esperto in vampiri, ma ormai non si può fermare il principe delle tenebre.
IL film è molto desolante. Inquieta anche nei tanti silenzi, in quelle immagini che ritraggono una Venezia, con laguna e campagne, molto triste e decadente. Così come decadente è la solita insostituibile interpretazione di Kinski, ormai sì stanco, ma proprio per questo capace di rappresentare la decadenza come deve essere rappresentata: cioè con nostalgia, con dolore, e malinconia.
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