Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Azioni di una banda partigiana a Genova e dintorni: cerca di recuperare un carico di armi, aiuta gli operai di una fabbrica che si oppongono al suo smantellamento, si scontra con i tedeschi durante la ritirata sui monti. L’esordio di Lizzani è generoso, ma immaturo. Un film composito, più che corale: troppi personaggi e indistinguibili fra loro, troppe storie, troppo bruschi i passaggi dall’una all’altra. Evita gli eccessi di retorica, ma in fondo vuole dare un’immagine idilliaca della Resistenza: la presunta traditrice (una Lollobrigida un po’ spaesata) non lo è, gli alpini passano dalla parte dei nostri nel momento decisivo. Il punto emotivamente più alto è l’impiccagione di Checchi e Maggiorani, che la macchina da presa evita di inquadrare. Del tutto incongrua rispetto al contesto la coppia di amanti clandestini dell’alta borghesia: non producono neanche un alleggerimento di tono, sono semplicemente due macchiette fuori posto.
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