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Achtung! Banditi!

Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film

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La recensione su Achtung! Banditi!

di Antisistema
7 stelle

Partigiani, eroi della resistenza o volgari criminali rossi?
La risposta fino ad un paio di decenni orsono, sarebbe stata nettamente a favore della prima definizione, con pochissime voci contrarie – prettamente legate al mondo del revisionismo neo-fascista – a sostenere il contrario.
Ma gli anni passano, la memoria degli italiani è pari quella del pesce rosso, così idee aberranti relegate a lungo solo in certe galassie politiche estremiste, hanno raccolto sempre più consenso nel dibattito pubblico e mediatico, portando numerosi studiosi, pseudo-storici e giornalisti, a conferire pari dignità ai partigiani ed i “repubblichini” di Salò, in vere e proprie operazioni, che sanno più di una riscrittura della storia, atta ad assecondare talune ideologie politiche, che di una seria ricerca portata avanti con un uso ponderato delle fonti e dei dati dell'epoca.
Questa equiparazione a-critica, ha generato una notevole confusione in merito al 25 Aprile, tanto che nel sondaggio SWG del 2022, in merito a tale ricorrenza, gli italiani come sempre, si sono fatti riconoscere per la loro profonda cultura; secondo il 23% festeggiamo la liberazione dai comunisti - solo il 35% ha risposto fascisti -, mentre solo il 12% degli intervistati, sostiene che ci abbiano liberato i partigiani – il 27% del campione ha votato per gli americani ed il 15% a favore dei Russi, quando questi ultimi militarmente non intervennero mai in Italia durante la seconda guerra mondiale - .
Ora chi scrive, non ha remore nel dire, che quella del 1943-1945, fu guerra civile tra italiani - nonostante l’opposizione del mondo accademico di sinistra, iper-maggioritario fino al 2000 negasse fermamente tale etichetta -, ma dare pari dignità alle due parti, se non addirittura considerarli bande criminali, non ci renderebbe in alcun modo differenti dai nazisti, che occuparono l’Italia dall’8 Settembre 1943 fino all’Aprile 1945, quando equiparavano i partigiani a dei banditi, disseminando le zone delle montagne, di vari cartelli con la scritta “Achtung! Banditi!”, scatenando la comprensibile rabbia di un membro della resistenza, che demolisce l’insegna con il calcio del suo fucile.
Carlo Lizzani prende spunto da un episodio storico accaduto alle brigate partigiane operanti nelle zone attorno a Genova, dandogli forma cinematografica attraverso i canoni del movimento neo-realista, tramite un soggetto di forte impronta civile-resistenziale, attori in parte professionisti (tra cui si segnalano il futuro regista Giuliano Montaldo nel ruolo del commissario e Lamberto Maggiorani in quello di Marco, quest'ultimo protagonista del film Ladri di Biciclette di Vittorio De Sica) ed una produzione realizzata tramite la sottoscrizione di azioni da 500 lire da parte degli operai genovesi.
Questa particolare modalità produttiva, segnala la particolarità di un’opera di debutto, che mette in scena fatti storici accaduti, compiuti non da grandi personalità specifiche, ma da masse di uomini comuni; Partigiani, borghesi, alpini ed operai, tutti uniti contro il nemico nazista.
La vita in montagna è dura, il proclama Alexander dell’inverno 1944, sul sospendere le operazioni fino a primavera, genera sconforto e delusione in molti combattenti, che pensano di lasciare le formazioni e tornare a casa – molti lo fecero in effetti, a causa dell’errata comunicazione del comando anglo-americano -, ma il gruppo partigiano, comandato da “Vento” (Giuseppe Taffarel), deve scendere fino alla città di Genova, per recuperare un carico d’armi e munizioni, nascosti in una fabbrica, se vuole proseguire la resistenza.

 

Gina Lollobrigida

Achtung! Banditi! (1951): Gina Lollobrigida


Lizzani descrive le difficoltà ed il freddo, patiti dai partigiani, tutti per lo più privati dei loro veri nomi, a favore dei soprannomi di battaglia, in linea con un corporativismo che metta da parte ogni individualità, a favore di una rappresentazione collettiva dei fatti, in cui ciascuno agisce come un piccolo ingranaggio per l’insieme del grande macchinario della storia.
La missione dei membri della resistenza, s’intreccia con quella degli operai della fabbrica, preoccupati dell’ordine dei tedeschi, di smontare i macchinari e trasportarli in Germania, nel tentativo disperato di favorire lo sforzo bellico tedesco.
Il lavoro di documentazione in merito agli accadimenti risulta certosino e compiuto con diviziosa ricerca. L’atmosfera che si respira sulle montagne e nella missione d’infiltrazione a Genova, cattura molto bene il clima di tensione ed il modo di operare dei partigiani durante quel periodo – molti attori non professionisti del film, furono membri della resistenza -, ma l’opera risulta problematica quando vuole stemperare il neorealismo, con inopportuni inserti da commedia; su tutti le figure del diplomatico (Pietro Tordi) e la sua amante (Maria Laura Rocca), nonché la disarmonia dello sviluppo narrativo, quando si tratta di dare concretezza cinematografica ai fatti, uscendo necessariamente fuori dalla mera cronaca degli avvenimenti a cui ci si ispira.
Achtung! Banditi! (1951), presenta i medesimi problemi di tanti film italiani, il più importante di tutti, la presenza di troppi sceneggiatori, qui addirittura 7, tra cui lo stesso regista e addirittura Ugo Pirro.
Tutte queste teste non pensano all’unisono, assecondando un quadro unitario, ma ognuna di esse, sembra pare concentrarsi solo sul proprio segmento filmico, disinteressandosi alla poca armonia d’insieme. Del resto lo stesso Carlo Lizzani in regia, non riesce a dimostrarsi sempre all’altezza delle tematiche forti e degli schieramenti in gioco, rifugiandosi in scene d’azione dirette con ottima mano, consumate tra consueti atti di eroismo, dovuta drammaturgia negli scontri e scelte innanzi a bivi morali, senza riuscire ad incidere troppo nello scandaglio psicologico di personaggi, specie per quelli più borghesi come il diplomatico ridotto a macchietta comica, o l’ingegnere e la segretaria Anna, brillanti più per le capacità dei loro interpreti Andrea Checchi e Gina Lollobrigida (anche se doppiati pure loro), che per la loro scrittura.
Il comune nemico, sembra quindi ridurre il tutto ad un minimo comune denominatore, compresi gli alpini, visti con ostilità dai partigiani, in quanto fiancheggiatori dei fascisti e poi improvvisamente rivoltatasi contro i tedeschi, per unirsi alla resistenza.
Sei anni da Roma Città Aperta di Roberto Rossellini (1945), non sono bastati per dare un quadro più articolato e “veritiero”, di quelle che erano le fazioni in gioco, compresi i molti e troppi italiani conniventi con l’occupante tedesco, da cui risultano inscindibili di fatto; i tempi sembrano non essere ancora maturi per un’analisi delle responsabilità dei fascisti, ben distinte da quelle dei nazisti.
Il 1951 è ancora troppo vicino ai fatti del conflitto bellico, quindi le ferme scelte morali compiute dai personaggi, sono l’obiettivo primario di una pellicola, tesa a porre in essere i valori fondatevi da cui è nata la Repubblica; per un ritratto più oscuro ed articolato del quadro storico, bisognerà attendere almeno un altro decennio e soprattutto il superamento dei canoni neorealisti, oramai sempre più codificati dopo qualche anno, senza una raffinazione evolutiva, che consenta analisi più complesse.

 

Gina Lollobrigida, Lamberto Maggiorani

Achtung! Banditi! (1951): Gina Lollobrigida, Lamberto Maggiorani

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