Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Una brigata partigiana comandata da Vento e Commissario giunge dagli appennini liguri alle porte di Genova. La missione è ritirare un carico di armi, prima dell’arrivo in città trovano uccisa la loro staffetta e un gruppo di tedeschi di disturbo. A Pontedecimo occupano la casa di un diplomatico, nel frattempo Commissario e il biondo cercano contatti in città, per l’esattezza Marco – capo operaio in una fabbrica meccanica. L’ingegnere responsabile della fabbrica viene obbligato dai nazisti a smontare i macchinari, i partigiani con gli operai organizzano un attacco…La strada per poter conquistare le armi e tornare sui monti per continuare la lotta di liberazione sarà impervia e lastricata di perdite.
L’esordio di Carlo Lizzani si fa ricordare per l’asciuttezza ideologica dei suoi partigiani, essi combattono principalmente contro i nazisti, i fascisti con il teschio sul berretto sono pochi e sullo sfondo, mentre gli alpini erano dei nemici prima che si ribellassero e passassero dalla parte giusta. Significativo il passaggio (e il loro soccorso) da una fazione all’altra registrato dall’alpino Domenico, fratello di Anna - quest’ultima dapprima creduta una spia poi assoldata con Lorenzo e company. La locandina, e di conseguenza dizionari e quant’altro, hanno sempre dato Andrea Checchi (l’ingegnere) e Gina Lollobrigida (Anna) come interpreti principali (probabilmente per ragioni di promozione), in verità i due nomi più conosciuti e in vista dell’epoca hanno ruoli secondari. I veri protagonisti sono Giuseppe Taffarel e Giuliano Montaldo, due non professionisti di cui il secondo bazzicherà nel cinema sotto varie vesti prima di approdare alla regia, entrambi nei panni di Vento (doppiato da Emilio Cigoli) e di Lorenzo il commissario (doppiato da Gualtiero De Angelis) riempiono la scena a dovere. Altro nome (non professionista) noto è Lamberto Maggiorani (doppiato da Mario Pisu): volto ed emblema del neorealismo, qui nel ruolo di Marco. ACHTUNG! BANDITI! è un neorealismo ibrido tra passione e dedizione ad una causa sposata da una cooperativa, in parte costituita dagli sceneggiatori (tra essi vi è Giuliani, nome di battaglia di Gaetano De Negri, futuro produttore dei Taviani), e in parte dagli operai genovesi che sottoscrissero una quota partecipativa affinché il film si realizzasse e la cronaca autentica del ’44 potesse essere raccontata. Lizzani consegna al cinema un prodotto apprezzabile non eccelso e con alcune imperfezioni, personaggi buffi a rischio macchietta come il diplomatico che accomoda tutto di Pietro Tordi e l’amica – però restituisce ancora oggi un ritratto fedele della Resistenza, il suo valore, il sacrificio di vite umane e la solidarietà del popolo stufo della guerra e dell’invasore.
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