Regia di Robert Altman vedi scheda film
Grossa delusione per questo film della prima fase della carriera di Altman, quello che non riesce, con sua grande frustrazione, a sfondare nel cinema (accadrà però poco dopo, con Mash del 1970) e che è costretto a rifugiarsi nelle produzioni televisive per sopravvivere dietro la macchina da presa. Una vicenda di poca fantasia (parlare dell'uomo sulla Luna nel 1968 è come parlare di ghigliottina nel giugno 1789) viene ravvivata da una regia scattante quanto basta per mantenere almeno vivo l'impatto sul pubblico; ma nè James Caan, nè Robert Duvall o Joanna Moore, per quanto bravi, possono fare la differenza in un progetto di così limitato respiro. Oltrettutto, non è affatto superfluo ricordarlo, in quei mesi usciva il capolavoro di Kubrick 2001: Odissea nello spazio, che in quanto a effetti speciali umiliava ferocemente questo Conto alla rovescia di Altman: ancora una volta - dopo il clamoroso flop del film La storia di James Dean, del 1957 - il regista fallisce nelle sue ambizioni di gloria. Fortunatamente non demorderà. Da segnalare anche l'autore della colonna sonora, quello stesso Leonard Rosenman che vincerà l'Oscar per la migliore colonna sonora in due anni consecutivi: nel 1976 per Barry Lyndon (ancora Kubrick!) e nel 1977 per Questa terra è la mia terra di Ashby. Sceneggiatura di Loring Mandel, dal romanzo The pilgrim project di Hank Searls. 5/10.
La conquista della Luna: mentre i russi sembrano in vantaggio per equipaggiamenti, attrezzature ed astronauti, gli americani allestiscono rapidamente una missione altamente competitiva. Che chiaramente avrà la meglio sugli odiati sovietici.
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