Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
Le vie di Milano sono ricoperte di cadaveri che, nell'indifferenza generale, nessuno può rimuovere, poiché devono servire da avvertimento per tutti: una ragazza, Antigone (Britt Ekland), con l'aiuto di un giovane sconosciuto (Pierre Clementi) si adopererà per togliere dai marciapiedi il proprio fratello ma il regime che comanda non si farà trovare impreparato...
'I cannibali', secondo lungometraggio per il cinema di Liliana Cavani, trae ispirazione dall'Antigone di Sofocle ma poi si discosta parzialmente nello sviluppo della trama (la sceneggiatura è opera della stessa cineasta in collaborazione con Italo Moscati e Fabrizio Onofri) per costruire un racconto distopico di matrice orwelliana in cui si fa una lampante critica a una società totalitaria, dove ogni individuo viene spersonalizzato e portato a non pensare e a denunciare chi si discosta dai dettami dello stesso.
Il film della regista emiliana tocca temi già affrontati nel precedente 'Galileo', vertenti nel rapporto tra uomo e potere che inibisce ogni idea che va oltre il pensiero comune e, più in generale, sul concetto di libertà personale, ha dalla sua una visione di una Milano lugubre e spettrale che colpisce ancora nel segno a distanza di cinquant'anni dalla sua uscita (il film venne presentato a Cannes a La Quinzaine des Réalisateurs nel 1970), paga qualche incertezza narrativa nella prima parte e certe scene irritanti nella parentesi manicomiale, ma i dialoghi rarefatti, la presenza iconica dei due giovani protagonisti, assurti a simbolo di ribellione dal potere istituito, e una grande sequenza di inseguimento nella parte centrale fanno propendere per un giudizio positivo.
'I cannibali' - nonostante quotati critici lo definiscano un 'film invecchiato male' - è un'opera si imperfetta ma vibrante e ancora capace di scuotere le coscienze.
Voto: 7.
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