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La ballata del boia

Regia di Luis Garcia Berlanga vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La ballata del boia

di zombi
8 stelle

jose-luis fa il becchino, ma vuole andarsene in germania per imparare a fare il meccanico. vive col fratello e sua moglie che lo trattano come un affittuario, anche per la vergogna di avere un becchino in casa. nell'andare a prendere un carcerato ucciso mediante pena capitale conoscono il boia, un vecchino simpatico, che caricano sul carro funebre poichè il collega di jose-luis è curioso di sapere quanto guadagna un boia. conosce la di lui figlia e comincia a frequentarla, fino a quando non vengono colti in flagranza di concubinaggio e jose-luis si vede costretto a chiedere la mano della ragazza, tra l'altro ancora nubile a causa del lavoro più che imbarazzante del padre. quando però finalmente assegnano un nuovo appartamento all'arzillo vecchiatto se lo vedono sottrarre a causa del fatto che sta andando in pensione e la figlia imbarazzata non è più a suo carico, dal momento che si è appena sposata con jose-luis. per fare in modo di entrare in possesso dell'appartamento, padre e figlia raggirano bonariamente il povero jose-luis facendogli fare domanda per fare il boia. tutto sembra andare per il meglio, fino a quando però arriva la chiamata di andare a palma di majorca per un'esecuzione. "el verdugo" oltre a voler dire boia, tra gli altri significati, ha pure quello di germoglio, virgulto. amadeo, il boia, individua in jose-luis neo genero, il suo erede, suo discendente nella nobile famiglia di terminatori di vita, in quella che viene identificata da amadeo, come la pena di morte più umana che esista. un cerchio di ferro fissato ad un palo che viene stretto intorno al collo del condannato mediante una vite fino a provocarne la morte per strangolamento..... questa è la garrota. jose-luis è il rampollo di una stirpe al quale lui non vuole però appartenere. giunti a palma di majorca nell'attesa, si godono la vancaza al mare, tutta la famiglia unita, nella vana illusione che tutto prosegua come è andanta fino ad ora. come gli ha detto il suo ex collega becchino, prendere lo stipendio per non fare nulla. ma quando viene chiamato a fare ciò per cui è pagato jose-luis non vuole. sta male, viene sorretto e portato a forza dal condannato. ricorda molto da vicino, la scena finale del "federale" con tognazzi circondato.... con davanti gli occhi il recente "l'arbitro" film trememendamente confuso e confusionario, dagli intenti nobili, mi viene da ricordare che la classe non è un optional. sapere gestire diversi generi non è cosa da poco, e il talento recitativo ce lo insegnano mostri sacri del nostro cinema come appunto tognazzi o manfredi in questo film non è una cosa alla quale potersi avvicinare così facilmente e maldestramente senza pagarne le conseguenze. jose-luis torna sul traghetto e con disgusto e odio dice urlando alla moglie e al suocero: "non lo faccio più!!!". amadeo con in braccio il nipotino si gira verso una barca a vela con a bordo giovani rampolli di famiglia che ballano spensierati: "anche io ho detto così dopo la prima volta". la copia del film trasmessa riporta ancora il divieto di 14 anni del visto censura dell'epoca... forse..... sarebbe il caso di rivedere certi divieti per non incorrere nel ridicolo involontario, anche se in effetti fa tanto nostalgia vedere cosa destava scalpore negli anni sessanta. ennesimo enigma la durata. la scheda di filmtv indica 110 minuti contro i novanta della versione televisiva, confermati però dalla scheda di imdb..... boh!!???? e mica la targa di bologna, come diceva il mitico nino in uno dei capolavori nazionali

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