Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Nel 1966 il sodalizio fra Duccio Tessari, regista di genere (peplum, western) e Giuliano Gemma (ex stuntman) era ormai stabile: dopo Arrivano i titani e un paio di Ringo, ecco che il primo offre al secondo il ruolo da protagonista per una simpatica rilettura delle avventure di una spia alla James Bond. Simpatica, sì, ma fiacca: il ritmo è mantenuto discretamente, ma la storia non eccelle nè in originalità, nè in colpi di scena, nonostante una sceneggiatura firmata da Fernando Di Leo, Bruno Corbucci e dallo stesso Tessari. Utilissimo Gemma, per le sue doti fisiche, in una parte di questo tipo: tanta azione e tanti momenti 'fisici' (salti, corse, scazzottate) caratterizzano la trama, nella quale l'unica idea sopra le righe è quella, verso il finale, di sfoderare una mitragliatrice dentro a un finto braccio ingessato (qualcosa di affine alla insospettabile bara del coevo Django). Beati anni di produzioni minuscole, ma volonterose, a un passo dai '70: e là saranno microproduzioni in cui talvolta mancherà anche la buona volontà; Tessari svolge il suo compitino senza strafare e non ha neppure a disposizione grandi nomi per il cast: i maggiori sono George Martin (caratterista western omonimo del produttore dei Beatles), Nieves Navarro (moglie del produttore Luciano Ercoli, impegnato anch'egli in questa pellicola), Lorella De Luca e Daniele Vargas. Sbarazzine, ma niente di più, le musiche di Bruno Nicolai. 3,5/10.
Un agente segreto, reduce da una missione fallimentare, rischia l'impiccagione. Gli viene però concessa un'alternativa: avrà la vita salva se riuscirà a impadronirsi di una preziosissima formula prima che finisca in mano a un potente boss.
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