Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Piccolo gioiello dell'horror italiano che, a fronte delle numerose ingenuità, conserva intatta la carica tensiva.
La scena si apre con una donna che si getta da una rupe, a quel punto viene inquadrato un manichino che fa scintille contro la roccia e si fracassa in fondo al dirupo, per essere poi ritrovato in riva al mare. Non ai piedi della rupe: in riva al mare, sulla spiaggia. È questa la sintesi di questo e di altri mille film di Lucio Fulci e anche il suo più grosso difetto; una cura poco attenta per certi dettagli e l'incapacità di rinunciare a certe inquadrature anche quando mortificano l'efficacia drammatica di una scena. La penuria di soldi per realizzare il film non può essere un alibi per tutto. Premesso ciò, buttato ciò che c'è da buttare, il resto è davvero oro colato; il regista dimostra di saper costruire un'ottima suspense con pochissimi mezzi e tanto ingegno, realizzando un piccolo gioeillino di tensione che funge da doppio catalizzatore, per gli amanti del genere e per chi il cinema lo guarda anche con l'occhio dello studioso che vuole apprenderne i segreti.
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