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Sette note in nero

Regia di Lucio Fulci vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sette note in nero

di matalacuria
8 stelle

Questo film dovrebbe essere studiato, al pari di "Vertigo", per capire come si scrive un racconto per il grande schermo.

Allora, proviamo a ragionare: Fulci innanzitutto ci inganna facendoci credere di essere di fronte a un giallo, anche se, attenzione, la sequenza alternata iniziale non concede una chiave di lettura univoca sulle facoltà della protagonista. Si procede con dei 'flashback' propiziati dall'arredo o da altri espedienti narrativi, come le 'coincidenze'. Da metà film, però, si scopre che le visioni nel passato sono in realtà prolessi, e in più le evenienze del racconto cominciano a trasformarsi in destino. Da quando Jennifer O'Neill scopre la propria capacità divinatoria quindi non siamo più dalle parti del giallo, ma del thriller, in quanto il quesito fondamentale ("cosa succederà ora?") pertiene alla suspance, non all'enigma. Si noti che gran parte dei raccordi, che qui somigliano a delle coincidenze, conferiscono all'ambiente filmico un'aurea sospesa, come se tutto ciò che diamo per reale faccia parte di un sogno o di un incubo. Ecco che ci troviamo di fronte a un esteta della tecnica narrativa. Ma Fulci la mette a servizio dei propri scopi, ovvero, per me, rappresentare un compromesso fra piano cosciente e onirico, senza segnare confini netti come farebbe De Palma (Femme fatale, Passion) o persino Fritz Lang (La donna del ritratto), che forse scelgono gusto e raffinatezza, anzichè la sperimentazione. E Sette note in nero è un esperimento estremamente riuscito e interessante, nell'era dell'horror ma fuori da essa.

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