Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Ovvio che Tarantino abbia preso a prestito il motivetto del carillon che salva la pelle (in un bel finale sospeso) a Jennifer o'Neill: la protagonista di Sette note in nero in più d'un inquadratura assomiglia terribilmente a Uma Thurman. Il film di Fulci ripropone cose già viste pochi anni prima e vivacchia seduto su una sceneggiatura discreta costruita attorno al consueto canone dell'intreccio caro a tutto il giallo all'italiana: l'assassinio violento, l'enigma del colpevole, un goccio di paranormale, un pizzico d'horror, belle donne, il particolare sfuggito, le case maledette, la polizia incapace e via discorrendo. C'è tutto quello che ci si può aspettare e la confezione non è malaccio, ma il film non spicca il volo, pressoché mai. Lo sfracellarsi iniziale della madre sulla scogliera lasciava "presagire" di meglio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta