Regia di Edmund Goulding vedi scheda film
VOTO 8 SENTITO Uno dei ruoli chiave della Davis e l'ennesimo monumento del mèlo classico con lei protagonista. Lo schema melodrammatico di Goulding funziona a meraviglia, basandosi sui punti 'caldi' del genere ma anche sullo spessore esistenziale dei caratteri, portato al sublime dall'interpretazione fisica degli attori (Bent puntuale, Fitzgerald ottima e un Bogart già Bogart). Così la star della Warner, Bette Davis riempe lo schermo e la storia esibendo la propria bellezza (indimenticabili alcuni abiti e i delicatissimi cappellini), libera da invecchiamenti e 'imbruttimenti' obbligati dalla sceneggiatura come in altri film del periodo. E nel finale, uno dei più struggenti del periodo, dove la trepidazione per una fine già nota si affida completamente alla sua interpretazione, il dramma interiore diventa una storia universale di accettazione e comprensione del 'senso della vita'. Ecco la Dark Victory del titolo originale, ecco la mano di Goulding, ecco la diva in uno dei ruoli più sentiti, nella spregiudicatezza, nella trascinante determinazione, nell'Abbandono. E ditemi se questo non è puro mèlo. Insomma un film maturo e adulto, prodotto ad arte dai grandi mestieranti della Hollywood che fu, che non punta solo alla semplice commozione con lacrimuccia ma rischia con temi delicati (il cancro e la sua invincibilità) con un fascino e una messinscena impeccabile. E' veramente difficile non piangere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta