Regia di Edmund Goulding vedi scheda film
Fiammeggiante melodrammone a tinte forti, come usava un tempo. Un’ereditiera viziata e antipatica (Bette Davis) viene indotta da un medico (George Brent) a prendere sul serio i suoi malesseri, che lei fa di tutto per minimizzare, un po’ per non perdere occasioni di vita sociale e un po’ per inconscia paura. Il medico scopre che ha un tumore incurabile al cervello, ma glie lo nasconde: per non turbare i suoi ultimi giorni ma anche perché si sta innamorando di lei, ricambiato. Lei però scopre la propria reale situazione; dapprima crede che il sentimento provato dal medico sia solo pietà, poi si convince della sua sincerità e lo sposa. Notevolissima l’ultima scena, in cui si rovesciano i ruoli fra chi sa e chi non sa: rimasta improvvisamente priva di vista (segno della fine imminente), lei fa finta di nulla, lascia che il marito parta per un importante convegno e sale in camera ad aspettare la morte. Oltre ai protagonisti, da segnalare alcuni ruoli di contorno: la segretaria privata Geraldine Fitzgerald (un’attrice che non diventò mai una star, a motivo delle sue bizze, ma aveva un viso che non si dimentica); il giovane gaudente Ronald Reagan (!); soprattutto, lo stalliere Humphrey Bogart, che rimpiange di non essere vissuto all’epoca della cavalleria, quando contava il valore di un uomo e non il suo denaro.
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