Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
Quando Risi girò "Le mani sulla città", l'Italia era nel pieno del boom economico ed edilizio che ne trasformo', ahimè per sempre, il tessuto urbano con il proliferare di anonimi quartieri dormitorio, palazzoni persi in una cmapagna sempre meno tale, maldestre ristrutturazioni dell'esistente. E' proprio partendo dal crollo di un palazzo in una Napoli in via di ri-edificazione che Rosi indaga, con acume e poca retorica, sui rapporti spesso utilitaristici tra politica e costruttori, dando un ritratto impietoso di quel malaffare che non solo non condanna il responsabile del crollo ma addirittura lo fa diventare assessore all'edilizia, una sorta di contrappasso che rende palese ed ineludibile la struttura tentacolare che in quegli anni iniziò a colonizzare tutti i vari piani edilizi con cui le nostre città vennero sommerse dal cemento. Cosi' ogni tentativo di opporsi ad un sistema marcio fino al midollo appare una cavalcata solitaria alla Don Chiscotte contro i mulini a vento della speculazione edilizia, un copione che non ha mai perso di attualità con il passare degli anni.
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