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Le mani sulla città

Regia di Francesco Rosi vedi scheda film

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La recensione su Le mani sulla città

di mm40
8 stelle

Vi ricorda nulla? Rosi mette in scena la contemporanea (e dilagante nel futuro), problematica realtà della corruzione - morale e materiale - della classe politica italiana, prendendo come occasionale spunto l'argomento sempre scottante nel nostro Paese della speculazione edilizia. Chi si batte per l'ordine, l'onestà, la moralità è destinato ad essere fatto tacere: che sconforto. Soprattutto perchè è vero. Questa è l'Italia del 1963, ma ancor più sarà l'Italia di Tangentopoli e l'Italia della definitiva sfiducia nella politica, quella dei primi anni del terzo millennio; il film di Rosi, oltre all'innegabile coraggio, sfodera una lucida visione del fenomeno ed una serie di personaggetti preoccupantemente iperrealistici. Propaganda, demagogia, disprezzo della massa (cittadini = sudditi), anche il nepotismo ed i favoritismi, nella Mani sulla città non mancano i temi scottanti e le accuse dirette. Degna di nota la didascalia su cui il lavoro si chiude: fatti e persone sono immaginari, ma la realtà sociale che li genere è assolutamente vera.

Sulla trama

Uno spregevole ed amorale imprenditore di destra si arricchisce come palazzinaro ed entra in politica; sarà quello l'unico modo per salvarlo quando uno stabile crolla gambizzando un bambino: la casta politica si serra attorno a lui e infatti l'uomo, mischiando un attimo le carte, rientra nell'amministrazione pubblica dalla porta principale. I suoi affari aumentano esponenzialmente. Quando la realtà copia calligraficamente la fantasia.

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