Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
Se il cinema deve avere anche funzioni sociali, o perlomeno aprire confronti o portare la discussione su questioni di pubblico interesse, molti film di Francesco Rosi sposano in pieno questo versante della settima arte. "Le mani sulla città" all'epoca della sua uscita fu un atto d'accusa sferzante contro la mala gestione della politica, vista attraverso la facile corruttibilità delle alte sfere, da parte degli speculatori edilizi che cementificarono l'Italia nel "boom" degli anni Sessanta e dettero il via libera all'espandersi del potere della mafia e dei peggiori politicanti,tesi a gonfiarsi le tasche a scapito della malafede di costruttori maramaldi. Visto oggi, purtroppo, questo lungometraggio, realizzato quasi come un film-inchiesta con una star americana in campo,è attualissimo, basti vedere le colpevoli mancanze di sicurezza nei crolli d'Abruzzo:lucido e secco come un riuscito dossier giornalistico, "Le mani sulla città" evita l'enfasi e tira diritto alla denuncia del degrado morale dei meccanismi di controllo su quello che dovrebbe invece consentire lo sviluppo delle grandi città. E dire certe cose, così apertamente e senza tirarsi indietro delinea carattere,personalità e due attributi di un certo peso:bravo Rosi, bravissimo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta