Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Visconti, poeta della bellezza, della magnificenza, della perfezione e del dettaglio, porta sullo schermo il famoso romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Chi meglio di lui poteva farlo? Nelle mani del regista, la potenza del libro viene esaltata ed accentuata rendendolo, se possibile, ancora più toccante ed emozionante. Vedere il film, per me, è stato come rileggere il libro e questa lettura è stata assai più interessante della precedente. Visconti esalta la bellezza dello scritto attraverso le immagini calde ed assolate della Sicilia, attraverso i suoi paesaggi limpidi e maestosi; i suoi paesaggi che sono immobili, dormienti, pigri e fermi come i suoi abitanti e durante tutta la durata del film, aleggia sempre nell'aria un sinistro senso di morte. Questa è una delle straordinarietà del film, la bellezza ed il fascino del paesaggio che fanno gridare alla gioia di vivere, che contrastano con un'atmosfera soffocante di morte. Un'atmosfera di morte che vive nell'immobilità e nella sonnacchiosità della Sicilia e dei suoi abitanti; nella Sicilia vista come un territorio conservatore, completamente differente dal resto della penisola, fedele alle sue tradizioni, incapace di migliorare, incapace di cambiare e di voler cambiare. Il protagonista, uno straordinario e carismatico Burt Lancaster, incarna tutto questo; incarna l'immobilismo, il conservatorismo e la morte che si estrinsecano nella vecchiaia a cui si ribella ma che lo affligge inesorabilmente, incarna il vecchio regime borbonico al tramonto ed il sorgere di un nuovo ordine che lui non riesce bene a capire e la sua educazione, i suoi titoli ed i suoi modi rigidi sembrano quasi fuori posto nel nuovo mondo. Nel film è stato tagliato il capitolo della sua morte, ma d'altronde che bisogno ce n'era, dato che il Principe Fabrizio inizia a morire fin dall'inizio della pellicola? Tuttavia 'se vogliamo che tutto resti com'è bisogna che tutto cambi' ed il principe se ne accorge nel finale ed i suoi dubbi iniziali sembrano avere immediata conferma. Nulla è cambiato se non gli abiti ed i volti di chi comanda, con buona pace di chi ama fare retorica su questo periodo della storia d'Italia. Ma a parte il principe, anche gli altri personaggi sono finemente disegnati fin nei minimi particolari, perfezionati maniacalmente come le scenografie, gli spazi e l'arredamento ed è possibile intuire i loro stati d'animo anche solo da un loro movimento d'occhi, è per questo che, anche le lentezze del libro, nel film non s'avvertono perché è enorme la capacità del regista di coinvolgere emotivamente lo spettatore.
Il Gattopardo è un dipinto, un affresco d'incredibile e disumana bellezza e profondità (a cui contribuiscono anche le musiche di Rota) ed è un grandioso esempio della grandezza del nostro cinema e della sua superiorità rispetto a quello statunitense, forse il miglior esempio di sempre. Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:3 impegno:3 tensione:3
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