Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
A nove anni da "Senso", dopo le esperienze differenti di film come "Rocco e i suoi fratelli" o di "Boccaccio '70", Visconti torna al clima ottocentesco, alle sue roboanti coreografie ed alla valenza storicistica del racconto in uno dei suoi film più iconici. Aiutato da un cast che balla idealmente un perenne valzer di perfetta sintonia, coordinamento e capacità scenica (un cast che spazia da Burt Lancaster ad Alain Delon, dalla sfavillante Claudia Cardinale a Paolo Stoppa, ma sono solo alcuni..), Visconti racconta magistralmente la fine di un sogno, quello della nobiltà siciliana di sopravvivere a sè stessa dopo l'avvento di Garibaldi e, successivamente, della Repubblica. E lo fa con l'eleganza e la maestria che gli sono proprie, sovrapponendo la storia del Paese con quella della famiglia di Don Fabrizio, principe di Salina, mostrando fasti e miserie di un mondo che, come una luce sempre più fioca, finiva sempre più per diventare caricatura di sè stesso. Un film sontuoso, forse fino agli eccessi, con l'ottima fotografia di Giuseppe Rotunno, e verrebbe quasi la curiosità di capire se le nuove generazioni siano ancora in grado di immergersi in questo genere di atmosfere visto il livello medio di attenzione/sopportazione ormai prossimo all'infinitesimo. Viene da pensare che questi film diventeranno merce rara per amatori, studenti di cinema e ottuagenari, cosi' come l'ascolto della musica classica o la stessa lettura dei grandi classici della letteratura..
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