Regia di Mary Lambert vedi scheda film
“Il cimitero vivente” ovvero “Pet Sematary” film tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, che qui ritroviamo in vesti di sceneggiatore e attore (brevissima comparsata per lui nei panni di un prete). Lo script è molto meno originale di quello che potrebbe apparire, scopiazzando massicciamente “Zeder” (di Pupi Avati), da cui mutua l’idea centrale e addirittura il finale (pressochè identico), e un pungo di altri films tra i quali “Il Presagio” (il male impersonificato da un bambino), “Shining” (il fantasma buono che da consigli ai protagonisti) e persino “La casa delle streghe” di Lovecraft (protagonista che di notte va in giro per i boschi e poi si risveglia la mattina con i piedi fangosi).
Forzato l’inserimento del cimitero degli animali che, in fin di conti, funge solo da elemento di contorno totalmente irrilevante ai fini della vicenda.
Inutile e poco verosimile il doppio finale (sarebbe stato preferibile terminare, al massimo, con il dottore che si avvia con la moglie verso il cimietero), non straordinari gli sviluppi della seconda parte di storia (dove si attinge alla macelleria piuttosto che dare contenuto alla vicenda).
In compenso, però, la regia e la fotografia (Peter Stein) sono superiori alla media dei prodotti horror hollywoodiani del periodo, così come vi è un sufficiente ricorso allo splatter. Ottimo il make up (specie il cane mostrato in un flashback) e le scenografie.
Le interpretazioni sono sufficienti con nota di merito per il piccolo bambino e per l’attore più anziano della comitiva. Appropriata la colonna sonora. Sopravvalutato, specie se dietro a tutto c'è un autore che viene spesso giudicato, a torto, come un maestro del genere. Voto: 6
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