Regia di Augusto Genina vedi scheda film
1941. Nella Bengasi contesa fra italiani e inglesi si dipanano le vicende di alcuni personaggi, militari e civili. Neanche a dirlo, l’eroismo dei patrioti tricolori avrà la meglio sui britannici.
Augusto Genina è stato uno dei principali registi del regime fascista; tra le sue opere ha certo un posto di spicco questo Bengasi, film di spudorata propaganda bellica che giunge in un momento difficile – il 1942 – per rafforzare l’idea del giusto intervento italiano in guerra, e in particolare dell’opportunità di proseguire le missioni a fini coloniali. Basterebbe solo questa considerazione per stroncare l’opera sul nascere, troppo legata com’è al suo momento storico e ancor di più a un’ideologia (non solo quella mussoliniana, anche quella bellica in generale) quantomeno controversa, spazzata via dalla Storia; ma si può effettivamente liquidare Bengasi anche a prescindere da essa, e cioè per il suo stile fotoromanzesco, per i suoi toni blandi e macchiettistici, per i suoi personaggi monodimensionali e i dialoghi retorici. E per i suoi argomenti stantii, naturalmente, che pure all’epoca qualche appeal lo avevano. Genina e i suoi collaboratori (Aldo Tonti per la fotografia, Fernando Tropea per il montaggio, Antonio Veretti per le musiche) ci mettono il mestiere, che poco non è, ma la pellicola non decolla comunque mai e più che un intreccio di storie pare essere un minestrone con una serie di ingredienti di fortuna; la sceneggiatura a ogni modo reca le firme del regista, di Alessandro De Stefani e di Ugo Betti, oltre a vedere la collaborazione del giornalista Alberto Bargelesi. Interpreti: Fosco Giachetti, Vivi Gioi, Amedeo Nazzari, Maria de Tasnady, Carlo Tamberlani, Guido Notari, Carlo Duse. 3/10.
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