Regia di Augusto Genina vedi scheda film
Tragedie ed eroismi in Bengasi occupata dagli inglesi nel febbraio 1941 e ripresa dagli italo-tedeschi in aprile: una mamma perde il figlioletto in un bombardamento, suo marito organizza una radio clandestina, Nazzari fa il doppio gioco e trova anche il tempo per amoreggiare con una ragazza, una prostituta si innamora del soldato che ha nascosto in casa, una vecchia ritrova il figlio diventato cieco. Ovviamente gli inglesi parlano come Stanlio e Ollio e si comportano come nazisti; comunque, fatta la tara agli aspetti ideologici inaccettabili (alla fine c’è un tripudio di bandiere con la croce uncinata...), resta un dignitoso film di propaganda che descrive bene le sofferenze della gente comune. Il miglior commento sono le parole con cui Mario Tobino conclude Il deserto della Libia: “Eppure ci furono anche in Libia gli eroi, candidi, soldati, umani. Chi non abbandonò l’amico, chi morì per nulla, sapendolo. Puro gesto senza ideale, se non quello umano, gentile, nello specchio del destino che lo guardava. Senza fiamma alcuni furono eroi. Si vide anche cosa poteva dare un uomo senza patria, vilipeso, afflitto per venti anni da una bestiale tirannia, eppure rimanere ancora gentile. Quando essere davanti alla morte, sfumare l’odio, ed essere uomini che hanno un destino, e solo quello. Un nobile soldato senza bandiera; non c’è di più triste; e che una bandiera non si può fare. Ebbene ci furono”.
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