Regia di Andrew Davis vedi scheda film
I terroristi vorrebbero arraffarsi una corazzata, ma hanno fatto i conti senza l'oste, anzi il cuoco di bordo, Steven Seagal, che li cucinerà a dovere. Fortunato mix di action e thriller militare con un cast azzeccatissimo. Voto 7+.
"Cesare sconfisse i Galli. Non aveva con sè nemmeno un cuoco?" si chiedeva il poeta. Certo che sì, e doveva essere un tipo tosto come il Casey Ryback/Steven Seagal di "Trappola in alto mare" (titolo originale "Under siege", sotto assedio), che collutta, spara, sminuzza e impasta i suoi nemici con la forza di cento braccia... e inoltre sa fare una bouillabaisse deliziosa. Il regista Andrew Davis (che l'anno dopo firmerà "Il fuggitivo") convince Seagal, con cui aveva già sbancato il botteghino con "Nico", ad arruolarsi in marina, portando così gli stilemi dell'action/arti marziali nel filone del thriller militare, di gran voga in quegli anni dopo il successone di "Caccia a Ottobre Rosso"; lo sceneggiatore J.F. Lawton (quello di "Pretty woman") riprende lo schema narrativo a prova di bomba del classico "Trappola di cristallo" (eroe sottovalutato uno-contro-tutti in un ambiente confinato); il casting, poi, è impeccabile: non poteva uscirne altro che un blockbuster, l'apice della carriera del protagonista. Seagal/Ryback si muove dentro e fuori dalla sua cucina da incubo più grintoso e spietato del maestro Cannavacciuolo; Tommy Lee Jones plasma col suo talento rock'n roll un memorabile personaggio a cui manca un intero set di rotelle; la stordente bellezza Erika Eleniak veste, e soprattutto sveste, con classe i panni della spogliarellista; Gary Busey, infine, sfodera il suo ghigno truce e beffardo. Colpi di scena e di aikido, sparatorie, un pizzico di ironia, sale e pepe quanto basta: ecco gli ingredienti di "Trappola in alto mare", il piatto forte di Steven Seagal, il cuoco stellato del cinema action degli Anni Novanta.
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