Regia di Stuart Rosenberg vedi scheda film
La storia di "Nick mano fredda" si colloca in quella striscia di terra riarsa in cui il country incontra la sociologia della deriva morale; la colonia penale nel deserto è il luogo inospitale in cui l'errore si traduce in condanna ed il fallimento in umiliazione, tracciando un solco profondissimo tra i reietti ed il resto della comunità umana. Per i galeotti, giocare a chi fa più il duro è un necessario bluff nella partita per la sopravvivenza: in un ambiente senza speranza, in cui nessuno ha potere alcuno, è solo sulle proporzioni della forza simulata che si può disputare la primordiale competizione tra uomini. Paradossalmente, è proprio nel momento in cui si viene spogliati di ogni bene che l'immagine diventa tutto: il soldato privato delle armi, per poter ancora vincere, deve apparire pericoloso, e similmente, l'individuo rimasto nudo deve costruirsi intorno una dignità virtuale. La complicità e l'intimità sono bandite, perché troppa sincerità e un'eccessiva vicinanza violerebbero quella artificiale copertura. Per tirare avanti, si è dunque costretti a mentire, ingannare e tradire, perché quando per gli altri non si è più nulla, non resta che cercare, disperatamente, di essere qualcosa almeno per se stessi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta