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Nick mano fredda

Regia di Stuart Rosenberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Nick mano fredda

di stanley kubrick
8 stelle

THE RIGHT HAND  

"Il guaio, qui, è la mancanza di comunicatività"  

Nick Mano Fredda costituisce uno degli esempi più freschi e sentiti dell'intera filmografia ambientata in un carcere, posto di lavoro o quant'altro posto sporco e lurido dove soffrire per il resto della pena a te data. Nonostante nel recente periodo molte pellicole sono uscite al cinema (Cella 211, Il Profeta), il film di Stuart Rosenberg riesce a stare ancora un gradino sopra, anche se è una pellicola girata nel lontano 1967. La fluidità del racconto si sposta sempre nei soliti posti, eppure non annoia, anzi, fa provare allo spettatore la voglia di entrare in uno dei corpi dei carcerati e vivere il lavoro duro, il pasto insieme agli altri detenuti, le partite di carte dove si può vincere qualche gruzzoletto di soldi, le amicizie e le antipatie. La macchina da presa fa quasi sembrare questo posto di lavoro per carcerati un vero e proprio divertimento, eppure la verità fa sempre male. Cabine claustrofobiche, boss severi e burberi, un lavoro faticoso rendono meno la voglia per lo spettatore di essere uno dei detenuti nel posto di lavoro preso in considerazione dalla solida e imperturbabile macchina da presa di Rosenberg. Il protagonista è interpretato da un grandissimo Paul Newman, qui in una delle prove che hanno segnato per sempre la sua carriera da attore, che nel prologo della vicenda comincia a spaccare parchimetri. Un inno allo spreco dei soldi oppure una semplice sbronzata con tanto di scoperta da parte dei poliziotti? Sicuramente la seconda opzione è quella più appropriata, dato che verrà subito portato nel campo di lavoro.
Il campo di lavoro deve essere una forma di pentimento anomala ed esagerata (i detenuti fanno una fatica tremenda quando vanno a solcare la terra o a tagliuzzare l'erba), che deturpa in maniera inoltrata la mente dei carcerati, demoralizzandoli in modo che non torneranno più a fare scorribande quando saranno liberi. Sicuramente chiunque sia a capo del posto di lavoro oppure un suo suddito non vuole continuare a sorvegliare i carcerati, specialmente quelli che hanno la catena tra le gambe, ovvero i più pericolosi in ambito di fuga dall'edificio. Il protagonista subisce una pena di 2 anni, incontra nuovi detenuti con cui diventerà amico e accompagnerà lo spettatore nelle peripezie quotidiane, senza mai stancare e alimentando la storia con un minimo erotismo, dove i fortunati sono i detenuti che, andati a zappare la terra, si godono lo splendido panorama che hanno di fronte. Non sono qui a parlare delle montagne alte e innevate che caratterizzano il Canada (non siamo al confine con quest'ultimo stato, dato che non si ha un minimo di indizio riguardo all'insediamento del posto di lavoro), del far west insieme alla Monument Valley di John Ford delle pellicole western di quel periodo, delle colline riarse in un piccolo avvallamento del terreno, del mare limpido e acceso dove forme di vita marine sguazzano e vengono catturate, ignare del trucco di ogni canna da pesca, del lago solare e tranquillo dove passare una bella giornata a base di picnic. Niente di tutto questo, il panorama che i carcerati si godono è quello di una splendida ragazza intenta a lavare la macchina, che mette in mostra curve perfette e un sedere veramente sodo (parola del detenuto gigante interpretato da George Kennedy). Sicuramente, questa scena è molto progressiva, anche per il fatto che la ragazza spogliarellista si rende conto della presenza dei detenuti, eppure li vuole far deliziare e rimpiangere i bei giorni con Mary Jane Ficarotta (parola del Sergente Hartman) quando erano liberi da ogni accusa.
Nonostante siano rinchiusi in un posto di lavoro sperduto tra gli Stati Uniti, devono sottostare a regole molto severe e precise, devono sottomettersi alla cattiveria dei boss che controllano il lavoro oltre che al capitano dell'edificio (nel doppiaggio ha una voce da checca, tutto il contrario di quella del Sergente Hartman), i carcerati si aiutano a vicenda, mangiano allo stesso tavolo come si suol dire e scommettono a tutto spiano. Il divertimento riesce a placare le ire di ognuno di loro, oltre al desiderio indesiderabile di fuggire dal lurido edificio e squagliarsela con belle ragazze a fare sesso dalla mattina alla sera. Questa carica di erotismo viene concessa ai carcerati soltanto una volta, il resto della pellicola lo passano togliendo le erbacce, pranzare con cibo schifoso, ovvero quello che danno ai detenuti nei carceri, e infine di nuovo a lavorare, per poi ritornare a dormire nell'edificio principale. La routine quotidiana di Nick e compagni si svolge su questa linea che non subisce bruschi cambiamenti, tranne il fine settimana (dedicato allo svago, il sabato e la domenica) o quando qualcuno decide di cercare una via d'uscita, magari con qualche compagno d'avventure pronto a sacrificarsi per te, oppure a fare una lunga chiacchierata per respirare di nuovo aria buona, magari in una capanna dispersa nei boschi oppure su una strada tortuosa che non porta da nessuna parte. Sicuramente, il piano ragionato di Nick non segue a ruota quello di Clint Eastwood in Fuga Da Alcatraz. Anche perchè quest'ultimo si deve inventare qualcosa di veramente incredibile per scappare da un isola sperduta in mezzo al mare, con centinaia di guardie ai cancelli. Don Siegel riuscì a far elaborare un piano al protagonista di Fuga Da Alcatraz (anche per il soggetto, dato che era tratto da una storia vera), Rosenberg invece, al suo detenuto gli affibia una definizione di perdente nato per quanto riguarda le fughe dai posti di lavoro (oltretutto, nell'edificio dove è rinchiuso Nick, è più facile scappare invece di Alcatraz), però capovolge completamente la definizione quando arriva il momento di riunirsi in famiglia, con i detenuti ma anche con la madre fumatrice doc. L'incontro avviene a circa metà del film, diventa insignificante quando si tira in ballo la carcerazione per aver distrutto dei semplici parchimetri, diventa delirante quando si parla dell'eredità e della morte improvvisa che la madre di Nick subirà poco dopo la visita. Questo avvenimento cambierà per sempre la natura di Nick dentro il posto di lavoro. Diventerà veramente una mano fredda.

Se nella prima parte del film si vedeva Nick intento a lavori forzati dal lunedì al venerdì, nella seconda parte avviene un ribaltamento della prospettiva. Le inquadrature del posto di lavoro si fanno meno dilatate, senza campi lunghi per far vedere un pò di paesaggio intorno alle mura. Il punto fisso della macchina da presa stabilizza una certezza inevocabile, quella del viso stravolto di Nick. Non ci sono più i combattimenti scherzosi ma duri che caratterizzavano la prima parte, nemmeno il sorriso di Newman che ricorreva sempre durante le partite a carte oppure nelle scommesse, anche senza soldi. Questo elemento ridurrà le capacità cognitive che Nick dovrebbe possedere. E tutto questo trambusto provoca un caos dentro la testa del protagonista che lo spingerà a ben due fughe nell'arco di una ventina di minuti (parlo della durata della pellicola), entrambe finite più che male. Eppure in queste due fughe si nota una caratterizzazione del personaggio che muta inconsapevolmente dalla prima alla seconda parte del film, quella della strategia post fuggita. E' molto bravo infatti a non farsi fiutare dai cani, a fargli perdere tempo zigzagando da una parte all'altra delle brughiere aride e secche dove il nostro eroe spazia dopo le due fughe. Però, queste fughe avvengono dopo un'altro elemento notabile, la scena dove Nick viene messo dentro la cella claustrofobica che avevo già accennato. I boss lo fanno entrare dentro per paura che scappi in seguito ai funerali della madre, mentre quando le acque si saranno placate, potrà ritornare fuori dalla cella. Le inquadrature strette di Rosenberg soffocano persino lo spettatore, che si immedesima nelle vesti di Nick per questo breve tempo. Questo avvenimento deturperà ancora di più la mente del protagonista, e sarà proprio questo evento che lo costringerà alle fughe già citate.
La punizione dopo il ritrovamento non è soltanto questa, la limitazione della corsa con due catene tra i piedi non gli permetterà più di scappare dal posto di lavoro. Anche il maltrattamento aumenta, specialmente per quanto riguarda i lavori più approfonditi, come quando deve scavare una buca per i rifiuti e, subito dopo, si sottomette completamente e definitivamente al capo e ai boss che sorvegliano il posto di lavoro. La terza ed ultima fuga la completerà con un furgone durante il lavoro nei campi, insieme all'amico gigante, quello che gli sta più a cuore tra tutti i detenuti che completavano e si contavano dopo il duro lavoro, per vedere se erano tutti, in modo da far addormentare le guardie come se stessero contando le pecore al pascolo. Anche da queste scene deriva lo sfruttamento esageratoche le reclute hanno sui poveri detenuti.
L'ostilità di un boss è la cosa che risalta di più in questa seconda parte di film, occhiali neri come la pece, sguardo da killer nato, cappello da cowboy che non promette nulla di buono e una mira con il fucile da far invidiare il miglior tiratore degli Stati Uniti D'America. Nel teso finale, dove c'è Nick che continua a rivolgersi a Dio per farsi dare una risposta su quello che accadrà nel futuro in un capannone sperduto, intanto l'amico gigante arriva per dirgli che li grazieranno entrambi per la fuga, Nick esce dal capannone e viene sparato dal boss che ho descritto sopra. L'amico gli salta addosso per vendicarsi di Nick. Rimane il mistero su quello che succederà nel futuro, quello che Dio non ha voluto dire a Nick. Rimarrà vivo oppure morirà prima di essere trasportato d'urgenza all'ospedale (iol contrario di quando nella prima parte è stato trasporta di corsa nel posto di lavoro)?
Gli occhiali del boss ostile entreranno in contrapposizione con la mano che adesso si è mutata di Nick. Il primo verrà schiacciato dalla macchina, il secondo è diventata finalmente una mano giusta, quella per controbattere l'avidità di potere che certi uomini ricchi e potenti possiedono in questo presente della Terra.

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