Regia di William Wyler vedi scheda film
Nel genere del kolossal "epico-biblico" Ben Hur fu una pietra miliare, un film che segnò l'apoteosi di una certa concezione di spettacolo hollywoodiano. Come giudicarlo in sede di valutazione estetica, a circa cinquant'anni dalla sua uscita, visto che nel frattempo è stato generalmente sminuito dai rappresentanti della critica più esigente? A mio parere positivamente, perchè resta un'opera di grande impegno produttivo che conserva una buona vedibilita' e mantiene un'adeguata presa sullo spettatore per una durata lunghissima. Chiaramente, il pezzo forte è la corsa delle bighe, una sequenza d'azione mozzafiato girata senza l'ausilio della computer grafica, e che nel suo genere rappresenta un capolavoro di intelligenza tecnica. Tuttavia, il racconto resta generalmente appassionante, ben servito da una sceneggiatura a cui partecipò lo scrittore omosessuale Gore Vidal (che incluse un sottotesto gay nel rapporto di amicizia e poi di crescente odio fra Ben Hur e Messala); ci sono a tratti eccessi melodrammatici ed ingenuità moralistico-predicatorie, ma rispetto ad altri colossi di ambientazione analoga la regia di Wyler mostra una maggiore finezza. Charlton Heston è forse al meglio delle sue possibilità recitative, pur restando sempre un pò troppo monolitico; fra i comprimari, si distinguono Stephen Boyd come Messala (davvero ottimo nel registro della perfidia), Jack Hawkins e l'attrice israeliana Haya Harareet. Meritava il trionfo agli Oscar con 11 statuette, rimasto ineguagliato per molti anni? Per quanto riguarda i premi tecnici, indiscutibilmente, per quanto riguarda il miglior film o la miglior regia, sarebbe stato certamente più giusto darli ad autentici capolavori della storia del cinema come A qualcuno piace caldo o Intrigo internazionale.
voto 8/10
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