Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Commedia intelligente ed ironica che parte dai canoni "all'italiana" (il protagonista è sordiano al 100%: disgraziato, tronfio e presuntuoso, ottiene solo sconfitte ed insulti, ma persevera noncurante nei suoi vili intenti) ed arriva ad anticipare il tragicomico fantozziano di Salce e a 'saccheggiare' da certo cinema contemporaneo (vedi Petri, ma muovendosi non dalla critica sociopolitica, bensì dall'ironia) ispirato alla cronaca. C'è un chiaro riferimento alla degenerazione mediatica - stampa e tv sono citate a piene mani, il protagonista non fa altro che sognarsi i titoli dei quotidiani dell'indomani - e pure qualche citazione cinematografica (L'asso nella manica di Wilder); in effetti, a ben pensarci, possono aver pesato sulla costruzione della storia episodi di cronaca nera recenti o contemporanei come le vicende di Lutring o di Vallanzasca. Divertente, a tratti esilarante, con un Giannini irresistibilmente piacione.
Biagio, frustrato operaietto con smanie di celebrità, fa di tutto per farsi credere colpevole di un clamoroso omicidio irrisolto. Quando finalmente la polizia lo arresta, lui gioisce già pregustando l'immediata scarcerazione: e invece il giudice lo candanna a trent'anni di galera.
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