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Sono stato io

Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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La recensione su Sono stato io

di Ted_Bundy1979
7 stelle

Rivedendolo dopo 40 anni dall'ultima volta-e da "regazzetto"-, nella vhs sesta serie Warner Home Video del 1987(il film fu infatti una distribuzione Dear degli anni settanta), adesso nel master migliorato ma neppure tanto da Cine34(non è mai uscito su di un supporto digitale), e alla luce dei conti spietati e senza appello che la vita di mezza età presenta; non si può non immedesimarsi nel personaggio di Biagio Solise(un tutto mimesi pressoché perfetto soprattutto in questi ruoli di "milanese d'adozione", ed immenso Giancarlo Giannini, del tempo). E anzi intravedervi una sorta di "antesignano" Travis Bickle italiano. Con un finale ancora più amaro e all'insegna del l'alienazione, di quello scorsesiano, e soprattutto a differenza di come potrebbe mai essere nel cinema americano, con la comparsa di un sempre strepitoso, qui "lettore", Ennio Antonelli. Eccellente è la mano di Lattuada nella descrizione della solitudine e della plumbea società di sirene consumistiche, lusso primariamente come belle Jaguar , arredamenti Molteni e superdonne-accessorio "premio di produzione" tipo la arrivista de plume e de facto, Silvia Monti. Di realizzazione personale ad ogni costo quindi, nella grande e spersonalizzante metropoli lombarda. In un apologo che ha precorso tanti casi di cronaca vera sulla mitomania e la smania di successo attraverso la cronaca nera, ancora più attuale oggi che la criminologia grazie a internet e la tv dedicata appositamente 24H con appositi programmi "contenitore" è diventata una delle principali "professioni d'assalto", di vari personaggi in cerca di fama. E che i "mostrologi" sono assurti a occupare l'ultima frontiera di ogni mostruosità umana più vera. Breve apparizione di una delle più belle starlet italiane in assoluto del tempo, la stupenda Elly Galleani ancora Federica, pariolina che abitava a poche strade da me in via Scarpellini, nella particina di una finta battona e vera terrorista-"vendicatrice" del proletariato.

Sempre ottimo Orazio Orlando in una parte come era congeniale a lui di commissario meridionale anche "aperto" e bonario ma messo sotto pressione per la risoluzione del famoso ed eclatante delitto, dalla solita infame stampa e dalle telefonate da Roma del Ministro.

Stupendamente comico il momento del fermo dei questurini perché lui si davvero somigliante alle descrizioni di ricercato "bello e dissoluto" del felliniano Hiram Keller, "Il Kid" 

Bella pure la colonna sonora nello specifico nei due temi di testa e coda, più che sonoramente affine a certe di Riz Ortolani, affidata a Armando Trovajoli. E praticamente inedita.

Una delle ultime, è di rilievo parti cinematografiche del grande Nino Pavese. Il Cavalier Armando Toluzzi "unico vero amico" del protagonista Biagio nella grande città fatta di milioni di solitudini come egli ricorderà fra sè e sè in mezzo ai carabinieri, nonostante lo abbia abbandonato per sopravvenuto infarto da "morte secca", nel momento per lui più importante e irrecuperabile, della propria vita.

Anche se, - a rischio di "spoilerare" come dicono oggi, è pur un film di oltre cinquanta anni fa chi non lo ha ancora visto e in età adulta, peggio per lui- c'è una piccola faciloneria di sceneggiatura. L'avvocato difensore Giuseppe Maffioli aveva già registrato ufficialmente la testimonianza del Cavaliere. La Corte d'Assise non avrebbe potuto procedere quindi così facilmente e celermente, alla condanna del Solise.

Georges Wilson fa un magistrato trombone e fondamentalmente pericolosissimo dell'accusa, non troppo distante dai tanti veri che abbiamo visto e sentito con le loro arringhe, in tanti processi farsa anche recenti, della Storia giudiziaria italiana.

 

Ted_Bundy1979

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