Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Thriller fantapolitico che fa i conti con la storia recente degli Stati Uniti e con una ferita ancora aperta, quella del Vietnam e di una guerra assurda e inutile. Potente e amaro atto di accusa contro l'America e la sua politica militaristica, pessimista fino alle estreme conseguenze, "Ultimi bagliori di un crepuscolo" è Aldrich al 100%
"La dottrina della credibilità presidenziale e cioè la licenza di mentire in patria e all’estero, ha ucciso centinaia di migliaia di persone in una sporca guerra che non doveva essere combattuta, e questa dottrina della credibilità è riuscita a distruggere da sola la vera credibilità del nostro paese. Invece di renderci più forti ci ha presentato come incompetenti, indecisi, incapaci, per non dire disonesti."
Siamo in un ipotetico e futuribile 1981. L'ex generale dell'esercito Lawrence Dell (Burt Lancaster), silurato ed incastrato dai suoi stessi superiori che non tolleravano la sua presa di posizione contro la guerra del Vietnam, evade insieme ad altri ex ufficiali dal carcere militare nel quale era stato rinchiuso. Prende possesso di una base missilistica, e minaccia di compiere un'apocalisse se non verrà reso noto un importante documento segreto che fa luce sul vero scopo della missione in Vietnam. E, mentre il presidente degli Stati Uniti (Charles Durning) riflette sulla possibilità o meno di divulgare tale documento, gli alti consiglieri e generali cercano di risolvere la questione nel modo a loro più congeniale: bisogna eliminare a tutti i costi Dell, e con lui tutti quelli che possano essere di ostacolo.
Nel 1976 la guerra del Vietnam è finita da due anni. Robert Aldrich nel frattempo è diventato sempre più pessimista e radicale, e la sua fiducia in una umanità considerata allo sbando è ormai ridotta ai minimi termini. Ultimi bagliori di un crepuscolo, basato su un romanzo di Walter Wager, è un thriller fantapolitico che fa i conti con la storia recente degli Stati Uniti e con una ferita ancora aperta. Considerato da molti un film minore nella carriera del regista, è invece un potente e amaro atto di accusa contro l'America e la sua politica militaristica, contro una guerra assurda "costata la vita ad oltre cinquanta mila americani ed almeno venti volte tra gli asiatici, il tutto per niente". La guerra in Vietnam sarebbe stata una prova di forza, per dimostrare ai nemici russi la potenza del governo americano, "capace di compiere azioni disumane".
L'ex generale Dell diventa così uno degli ultimi eroi aldrichiani, pazzo e coraggioso nella sua ribellione contro le istituzioni governative e militari, destinato inevitabilmente a soccombere. Dall'altra parte c'è il generale interpretato da Richard Widmark, prepotente rappresentazione della politica militaristica statunitense, e depositario dei segreti di Stato che non devono per nessuna ragione essere divulgati. In mezzo c'è un presidente incerto sul da farsi, e destinato ad essere una vittima dei complotti. La sceneggiatura è forse eccessivamente verbosa, ma riesce comunque a mettere in luce tutte le perplessità e le insicurezze dei personaggi. La regia virtuosistica di Aldrich non è fine a sè stessa, ed anche l'uso dello split-screen non è mai banale: anzi conferisce ancora maggiore tensione, suddividendo lo schermo addirittura in quattro parti e mostrando contemporaneamente le fasi e le operazioni di liberazione della base. Pessimista fino alle estreme conseguenze, teso come un coltello, Ultimi bagliori di un crepuscolo è un gran bel thriller poco conosciuto e che andrebbe davvero rivalutato, "aldrichiano" al cento per cento.
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