Regia di Michael Mann vedi scheda film
Dopo il promettente esordio con il noir STRADE VIOLENTE, l'insolito e sottovalutato horror-fantasy LA FORTEZZA e lo splendido thriller MANHUNTER-FRAMMENTI DI UN OMICIDIO, il grande Michael Mann si cimenta a sorpresa nel genere epico-avventuroso tipicamente hollywoodiano. L'ULTIMO DEI MOHICANI e' tratto (a quanto pare piuttosto liberamente) dall'omonimo e famoso romanzo d'avventura scritto da James F. Cooper ed edito nel 1826. La vicenda e' ambientata nel 18' secolo durante la guerra dei sette anni combattuta tra inglesi e francesi, ma che ha come teatro il Nord America. L'indiano "bianco" Nathaniel (Daniel Day- Lewis), il suo padre adottivo Chingachgook (Russel Means) e il figlio di sangue di quest'ultimo Uncas (Erik Schweig), salvano le due giovani figlie di un ufficiale inglese dalla furia omicida di Magua (Wes Studi) un indiano urone assetato di vendetta. Rimarranno coinvolti loro malgrado nel conflitto tra le due potenze. Mann gira con il suo consueto talento e con molta furbizia, un blockbuster di grande successo internazionale, con all'interno tutti quegli ingredienti che piacciono al grande pubblico e che sono garanzia di grandi incassi: una bellissima fotografia arricchita dalle splendide scenografie naturali del North Carolina, musica bella e ruffiana (Trevor Jones e Randy Edelman), spettacolari scene di battaglia dove Mann non rinuncia a particolari raccapriccianti, due sex symbol come protagonisti (Daniel Day- Lewis e Madleine Stowe) con l'immancabile storia d'amore, piu' un'altra a sfondo interraziale e platonica, e un efficacissimo cattivo che ha i lineamenti marcatissimi di Wes Studi, vero nativo americano che l'anno dopo interpretera' il personaggio di Geronimo nell'omonimo bello e sfortunato western di Walter Hill. Situazioni e personaggi tipicamente stereotipati come nella migliore tradizione del kolossal americano. Eppure e' difficile non rimanere affascinati da questa pellicola, persino per me che tendenzialmente prendo sempre un po' le distanze da questi tipi di produzioni. Nel complesso il film e' piuttosto superficiale, ma al tempo stesso godibilissimo, con gli ultimi cinque minuti da incorniciare, che si chiudono con un memorabile duello all'arma bianca dalla durata di pochi secondi. Dopo questo "esperimento", Michael Mann tornera' a quel cinema a lui piu' congeniale, che ha sempre dato risultati tra il buono e l'ineccepibile, un titolo fra tutti a mio modo di vedere e' COLLATERAL.
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