La recensione su L'ultimo dei Mohicani

Visto e rivisto più volte. Non mi è piaciuto come la prima volta.

Innanzitutto è indubbiamente da segnalare la discreta, forse eccessiva, distanza dal romanzo di James Fenimore Cooper. Inoltre il ritmo non è così incalzante come ci si aspetta da un film d'azione. Talvolta si arriva quasi alla noia come in occasione del forte.

Rispetto al romanzo cambiano la storia, alcuni personaggi, l'amore, gli inseguimenti estenuanti e lunghissimi con o senza canoa,... alla fine ne risulta più un 'estratto'. Forse Mann si rifà ad una vecchia sceneggiatura del 1936.

Una delle variazioni più sostanziali è quella legata al protagonista del film (nel libro è un comprimario), ovvero Natty Bumppo (detto anche Occhio di Falco o La Longue Carabine), il quale dall'immagine quasi mitologica assunta nel romanzo, come uomo totalmente libero e unicamente dedicato all'avventura ed alla vita nella foresta, quasi fosse la sua vera e unica sposa, diviene un classico protagonista dell'amore umano nelle sue più classiche accezioni sottraendo il ruolo ad una figura di secondo piano come il Maggiore Heyward. Anche il triangolo amoroso fra uncas, Cora e Magua viene di fatto modificato. Quindi Mann opera anche lo scambio dei ruoli di Cora ed Alice dove la prima diviene l'amante di Natty e la seconda l'oggetto del contendere dei due indiani.

Tutta la parte relativa alle questioni 'politico-coloniali' non ci sono nel romanzo ed è proprio forse questo in parte ad appesantire il film, ma anche a cambiarne completamente la prospettiva, rendento ad esempio il colonnello Munro quasi un sadico, mentre nel libro è solo un padre preoccupato. Questa scelta sembra quasi anticipare i tempi che poi condurranno alla futura Guerra di Secessione, fondandone le motivazioni sin dalle origini del colonialismo britannico e dalla sua esarperazione legata i vari conflitti di predominio teritoriale.

Altro capitolo spetta di diritto agli indiani. La popolazioni di indiani sono state sfruttate da sempre come carne da macello per dare piena soddisfazioni alle smanie colonialiste di tutti i conquistatori, siano essi Francesi, Portoghesi, Inglesi, ... E, devo dire, quasto accade tutt'ora in tutte le guerre contro l'ISIS, dopo Vietnam e Guerra del Golfo. La tattica è sempre la medesima. Usare i deboli, addestrarli e mandarli a difendere il 'loro' territorio, salvo poi, di fatto, appropriarsene per sfruttarne le risorse. quando ciò non avviene contestualmente allo svolgersi di lunghe e sanguinose guerre che distraggono popoli e opinione pubblica dai veri fini. Tradotto in italiano,' civilizzazare' prima e 'portare la democrazia' ora.

Non mi dilungo. Se volete leggere 'bene' qualcosa di veramente valido, consiglio il testo di Giorgio Mariani, che trovate qui: http://www.acoma.it/sites/default/files/pdf-articoli/12mariani.pdf

In sostanza il film non solo concentra l'attenzione sul cuore della storia, ma ne muta sensibilmente il contesto socio-politico facendolo diventare più un prodotto Hollywoodiano, lontano dalle spesso sincere preoccupazioni sociali di Cooper.

Mann corregge anche l'errore di fondo del romanzo. Poiché la storia non esisterebbe senza il fondamentale errore del Colonnello Munro che invece di far scortare le figlie dai suoi ancora numerosi soldati, adducendo 'futili motivazioni', quale proprio il disagio nel mettere le figlie a contatto con loro... preferisce affidarle ad un indiano di cui lui stesso pare non fidarsi più di tanto. Questa scelta totalmente scellerata, soprattutto per un soldato navigato come lui... in verità mi ha rovinato un po' la lettura del romanzo. Cooper ha cercato di coprire 'le tracce' di questo clamoroso errore, ma a bene vedere una tale ingenuità è assolutamente incomprensibile.

Quindi godetevi questo splendido film fatto di ottime ambientazioni, scene d'azione talvolta spettacolari e musiche indimenticabili.