Regia di Michael Mann vedi scheda film
L’ultimo dei mohicani è uno dei film che ha segnato l’inizio degli anni 90 del cinema statunitense. Ma pochi sanno che esistono delle versioni precedenti ed un po’ diverse di questo film.
Pellicola che è ripresa da un famoso romanzo di James Fenimore Cooper.
Forse le due pellicole più famose sono quelle del 1920 (cinema muto) con Wallace Beery e Barbara Bedford e “il re dei pellerossa” del 1936 con Randolph Scott e Heather Angel.
Ma in tutto dal 1911 ad oggi sono stati fatti tra serie tv e film ben 14 versioni diverse compresa una serie televisiva a cartoni animati di produzione italiana.
Questa del 1992 è la più conosciuta e la più trasmessa in televisione. Un film dalla fotografia superlativa: emblematica una delle sequenze iniziale dove viene proposto un ponte con un fiume sotto che riflette specularmente la stessa immagine, una sorta di rovescio della medaglia, di “non ci sono buoni o cattivi siamo tutti uguali”. Da fermare il film e guardarlo come se fosse un poster.
Cosa dire della colonna sonora famosa in tutto il mondo e ripresa in moltissimi spot ma anche programmi televisivi?
La storia può vagamente richiamare Balla coi lupi, perché c’è sempre un’occidentale (anzi più occidentali) che si ravvedono sul pensiero negativo verso i pellerossa. Abbiamo anche qui due tribù, una “buona” i mohicani e una “cattiva” gli “uroni”
Daniel Day-Lewis protagonista del film è capace di una prova straordinaria, come praticamente tutto il cast, da sottolineare anche la presenza di Wes Studi qui capo dei cattivi Uroni e che anche in Balla coi lupi fa la parte dell’indiano vendicativo e “cattivo”
È un romanzo, è solo una storia ma il bravo Michael Mann ci regala una pellicola che attraverso la poesia della musica, della fotografia e della movenza dei personaggi ci fa riflettere su argomenti e problemi del passato ma che in modo diverso sono attualissimi.
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