Regia di Abel Gance vedi scheda film
Naturalmente, dopo una così lunga frequentazione con l'aquila di Ajaccio, Abel Gace ha finito per dargli del tu. Il regista si prende delle libertà filmando l'eroe nelle pose meno accademiche dopo averlo calato nel corpo di Pierre Mondy che, sia d'aspetto sia nella mimica, ricorda irresistibilmente Louis de Funes. Ma, sia ben chiaro, anche se a tratti ne ha l'aria “Austerlitz” non è una parodia. Il film prende le mosse dalla pace di Amiens che si infrange ben presto contro l'orgoglio degli sconfitti e in particolare dell'Inghilterra e termina con il più grande trionfo militare dell'eroe. Agli intrighi di corte che preludono al passaggio dalla Repubblica all'Impero e al nuovo conflitto fra le potenze europee, Gance ha conferito un tono brillante da commedia; il risultato è un po'prolisso ma spumeggiante. Si giunge così alla battaglia del titolo, capolavoro strategico del neo Imperatore, raccontata con una certa enfasi patriottica. Chi non è sensibile alla strategia militare potrà rifarsi gli occhi con le sontuose e coloratissime coreografie di uomini e cavalli. Di sicuro il film, che andrebbe rivalutato, non cade nella biografia pedestre e accademica.
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