Regia di Gianni Grimaldi vedi scheda film
One man show per Lando Buzzanca sulla scia dei Mostri (1963) di Dino Risi; ad apparecchiare la tavola ci pensano il regista e Bruno Corbucci, che servono otto portate di varia fattura (lunghezza e consistenza) all'attore siciliano, chiamato a divorare otto personaggi otto di esemplare cattiveria disumana. Dalla barzelletta di poche manciate di secondi all'episodio di circa mezzora, la pellicola scorre piacevolmente e ci ricorda la bravura di un interprete sfruttato sempre in ruoli di secondo piano quando frequentava il Cinema con la maiuscola (Germi, Risi - Buzzanca è infatti anche nei Mostri, Pietrangeli, De Sica) e quindi tramutato in protagonista per una serie di prodotti di scarso valore proprio quando la commedia nostrana volgeva irreparabilmente verso l'erotismo ed il demenziale. Qui siamo a cavallo fra i due fenomeni: il film di Grimaldi non è eccessivamente volgare o grossolano, ma chiaramente non ha neppure una parentela lontana con Risi o tantomeno Germi e gli altri. Come commedia a episodi non è fra le peggiori ed alcuni sketch funzionano bene, in particolare quello conclusivo del pastore incestuoso; fra i personaggi che affiancano quelli interpretati da Buzzanca ci sono molti ruoli femminili, affidati fra le altre ad Ira Furstenberg, Maria Baxa, Paola Borboni, Femi Benussi. 4/10.
Film a episodi su 'belve' del nostro quotidiano: un reporter tv che spettacolarizza la morte; un dipendente pubblico nepotista e corrotto; un uomo che accompagna la moglie a battere; un chirurgo vendicatore; un pastore incestuoso e furbo...
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