Regia di Gianni Grimaldi vedi scheda film
I film a episodi non mi hanno mai convinto troppo, perché spesso mi sono sembrati espedienti per raccontare delle barzellette filmate. Non fa eccezione questo "Le belve", che prende il titolo dall'ultimo episodio, "Processo a porte chiuse", secondo me il migliore del lotto. Alcuni episodi sono davvero ininfluenti ("Una bella famiglia", "Il chirurgo"): più che insignificanti sembra quasi che non ci siano. Altri sono francamente noiosi ("Il fachiro"), il primo è accettabile, anche se un po' risaputo, soprattutto grazie a Nino Terzo, disgraziatissimo che si vuole lanciare dal cornicione; a Buzzanca che lo vuole convincere a ritardare il salto e gli dice di pensare alla moglie e ai figli risponde "Ma l'hai vista mia moglie? E i bambini non sono nemmeno miei: sono anche cornuto di moglie brutta!". "Il caso Apposito" è una caricatura grottesca (fin troppo) del sistema di potere democristiano di trentacinque anni fa, a tratti colpisce nel segno e a tratti stucca un po'. L'episodio più divertente è l'ultimo con Buzzanca cafone accusato dalle tre sorelle di averle violentate e messe incinte. È l'unico episodio in cui il "mattatorello" siciliano strappa la risata con numeri alla Pappagone, e all'avvocato di parte civile che gli domanda se non gli bastasse la capra risponde "La capra è bona, ma sempre capra sempre capra!".
L'ultimo episodio, una specie di "Serafino" involgarito è buono: se il film fosse stato tutto incentrato sul personaggio di Ciccu 'u Babbaluni, sarebbe stato valido. Purtroppo non lo è.
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