Regia di Pino Quartullo vedi scheda film
Luca e Francesca sono in crisi: lui vuole un figlio, lei no. Orfano fin da piccolo, l'uomo ha le idee chiare in testa: ha bisogno di un erede, di dare vita a una famiglia sua. Si separa da Francesca, quindi, per mettersi alla ricerca di una fidanzata smaniosa come lui di procreare: naturalmente non la trova. Non gli rimane che bucare i preservativi che usa nei rapporti occasionali, o magari rivolgersi a una banca del seme.
È una commedia di costume che tenta disperatamente di sembrare spiazzante, ma sa invece di artificioso e di prevedibile per tutta la sua durata: Le donne non vogliono più è la seconda regia in lungometraggio per Pino Quartullo, a un anno di distanza dall'esordio con Quando eravamo repressi (1992), e già dal titolo si intuisce la scarsa profondità di sguardo dell'opera. Fallocentrica, ma senza eccessi maschilisti, più ingenua che altro; il copione scritto dal regista e protagonista insieme a a Luca D'Ascanio e Claudio Masenza (con la collaborazione di Riccardo Reim) è di una piattezza unica, quasi fumettistico a tratti. Il personaggio principale, Luca, ha una psicologia scritta in maniera piuttosto fragile ed è quello meglio definito del mucchio; in modo particolare sono le donne, come già rilevato, ad avere la peggio. Il problema è anche più grave se si considera il titolo: di femminista in questa pellicola non c'è assolutamente niente. Tra gli altri interpreti: Lucrezia Lante della Rovere, Rosalinda Celentano, Francesca Reggiani, Chiara Noschese, Giuseppe Antonelli. Poco più di un'ora e mezza sostanzialmente spensierata, anche perché appena qualche tema più serio della media viene introdotto, subito lo si sterza drasticamente verso la più facile risatina disimpegnata; due anni più tardi Quartullo girerà il suo terzo lavoro, Storie d'amore con i crampi (1995). 3/10.
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