Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Secondo capitolo della trilogia sui valori della rivoluzione francese, accostati ai colori della bandiera: il bianco rappresenta quindi l'uguaglianza. Che, come nella logica Kieslowskiana, viene messo in scena negandola: il polacco è 'meno uguale degli altri' in Francia e la francese allo stesso modo viene discriminata in Polonia. Un messaggio forte, soprattutto se lanciato quando sono oramai passati già anni dalla caduta del muro di Berlino ed il processo di unificazione dell'Europa è solidamente avviato. Il protagonista, simpatico in quanto reietto e sfortunato, è un bravo Zbigniew Zamachowski; fin troppo facile parteggiare per la sua (giusta?) vendetta. L'idea di giustizia qui si trasforma piuttosto in quella di equilibrio fra ingiustizie. Come per il Decalogo, il messaggio è preciso e per nulla banale: la storia (là era la religione, quella cristiana) ci ha consegnato degli ammirevoli precetti e delle ottime regole, ma noi umani non sappiamo rispettarli: siamo troppo deboli ed egoisti.
Un polacco viene ripudiato dalla moglie francese perchè impotente; torna nella sua nazione, solo e povero. Incontra però sul suo cammino un connazionale che lo inserisce nella malavita: l'uomo fa carriera e, qualche tempo dopo, inscena la propria morte costruendo ad arte la colpevolezza dell'ex moglie.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta