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Amore all'ultimo morso

Regia di John Landis vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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La recensione su Amore all'ultimo morso

di Ted_Bundy1979
3 stelle

Uno degli esempi primigeni e appariscenti quanto i primi vistosi sintomi di una iniziale senescenza o dettasi manifestazione di demenza senile, della inarrestabile e impresentabile decadenza artistico-registica di un precocemente esauritosi (dopo la maledizione del triplice incidente mortale del 1982 durante le riprese di "Ai confini della realtà" e in cui perì Vic Morrow), John Landis. Era un filmetto stupido, irritante nel suo vuoto già nel 1992(fu infatti un altro flop clamoroso e senza sconti, commerciale) soltanto incorniciato da una bella fotografia e illuminazione, colori sparati e neon saturi alla Bava, ambientazione nevosa e dai respiri affanosi e fumanti nel gelo di una New York(con molti esterni ricostruiti in studio da Peg Cummings, però), mostra in alta definizione ancora di più i suoi limiti e impossibili ambizioni di replicare nel vampirico il riuscito melànge ironia/splatter/orrore vero, di un capolavoro ormai per il Landis post-"Tutto in una notte" lontanissimo, quale ovviamente "Un Lupo mannaro americano a Londra".

Qui proprio niente funziona, a cominciare da una Parillaud improvvidamente protagonista di proprio nessun carisma e capacità interpretative, proprio miracolata da Alain Delon, e da un filmetto di quasi inspiegabile successo quale fu "Nikita" , di poco precedente ma che però non servì a far andare la gente al cinema per vedere questo cibo precotto, con uno sviluppo della trama mai per una volta interessante e non telefonato; in un non riuscito incrocio di generi tra vampirico e film di mafia con tutti gli stereotipi di volgarità broccolina che si immaginino, e i caratteristi più noti del genere, quali Robert Loggia(purtroppo ampiamente sprecato e senza dargli un vero finale-tutto in nascente CGI-di nessuno spessore e catarsi), Tony Sirico, Chazz Palminteri(quasi esordiente),Kim Coates, David Proval ecc.,

Non si viene spaventati e tantomeno scioccati proprio mai, e nemmeno si ride mai neanche una volta per sbaglio, se questo mai fosse stato l'intento, tranne forse nella scena dell'obitorio e grazie a Frank Oz medico legale, in cui si cita apertamente ''Il Giorno degli Zombi" per i cadaveri aperti e sventrati con le carni aperte come ali di farfalle, sui tavoli di acciaio.

La faciloneria di soluzioni e risoluzione delle scene, la mancanza di idee regnano sovrane, con Landis che nei momenti migliori si fa per dire, al massimo non può che citare sè stesso, con l'immancabile incidente stradale tra taxi e pullman(guidato da Bob Minor, amico e collega di Landis quando entrambi erano nella stessa compagnia di stunt), ma manca del tutto lo stupore e il senso del grottesco Horror umoristico, della grandiosa sequenza a Piccadilly Circus, di "An American Werewolf". 

Come colpo di grazia, la canzonetta da checche caraibiche sui titoli di coda, chissà poi perché. D'altronde non poteva che concludersi così, avendo al suo interno persino Prince.

Tra le solite apparizioni di amici registi tipo Sam Raimi macellaio in delle frogorifere e produttori, personalità dell'horror e fantastico tipo Forrest J. Ackerman, e Christopher Lee accreditato fra gli interpreti poiché in TV ci sono nei vari momenti personaggi che guardano classici hammeriani come "Dracula il vampiro o "Principe delle Tenebre", trova spazio pure un fulmineo Dario Argento ambulanziere -in italiano doppiato non con la sua voce-, anche lui in un periodo-1992- nel quale stava entrando a bollitura.

Ridicola scena di immancabile scopatona tra la Parillaud che mostra già la topa fortunatamente pelosa e un nudo integrale snello ma ben fatto al minuto 3' dopo i titoli, e il designato per darglielo appena si vedono dal principio, lo sbirro italiano La Paglia, scena detta e insistita fino all'imbarazzante ridicolo,  vorrebbesi spinta ma solo perché con le manette e con lei che lo piglia da beba.

Piccola frecciatina solita da radical chic progressisti hollywoodiani(da cui i Nazzaro e i Della Casa di stretta osservanza alla bandiera rossa in ordine sparso, che osanneranno persino successive cazzate sesquipedali come "Burke & Hare- Ladri di cadaveri" quali "grandi rinascite", di proprio nulla e tantomeno spettatori), all' innocuo Dan Quayle allora noto zimbello della sinistra per le sue gaffes e papere professionali, vice di George Bush padre, che appena Anthony La Paglia(buon caratterista ma probabilmente limitato a certo tipo di ruoli, come qui protagonista delude ampiamente) lo sente in TV in una dichiarazione ridicola, cambia subito canale scoglionato. Accreditato pure lui nei titoli di coda come Dan Quayle - as Vice President of the United States.

Alla fine della fiera, rimane migliore il primo amoroso morso di Stan Dragoti, con George Hamilton e Susan Saint James, leggero e innocuo, ma meno stupido e come spesso accade, per i film degli anni settanta rispetto a quelli dei novanta, invecchiato meglio. In definitiva, molto più gradevole. 

 

Ted_Bundy1979

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