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La bambola del diavolo

Regia di Tod Browning vedi scheda film

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La recensione su La bambola del diavolo

di Baliverna
8 stelle

E' un film complesso, con una trama ricca di elementi e particolari, che tra l'altro lo rendono ambiguo dal punto di vista morale. Parlo sia dell'immagine su certe pratiche o azioni, che sui singoli personaggi e il loro comportamento. La stessa scoperta dello scienziato pazzo (o quasi) di rimpicciolire le persone perché mangino di meno, e risolvere così il problema della fame nel mondo, ha dei pesanti effetti collaterali: il cervello e la memoria vengono annullati, come pure la volontà. Si ottengono individui piccoli che sono come dei robot, o delle bambole appunto. Poi, il proposito di vendetta del protagonista, ha più aspetti che stridono tra loro. Ha ricevuto un orribile torto, certo, e sono terribili anche le sofferenze inflitte alla sua famiglia. Io, però, sono personalmente sempre contrario alla vendetta. Egli, inoltre, per mettere in atto il piano, si serve (letteralmente) della servetta della moglie dello scienziato pazzo, che riduce a bambola, e anche di altri personaggi innocenti. In sintesi: il protagonista (un bravo Lionel Barrymore), animato da vero odio, mette in atto una vendetta e, per farlo, compie altro male. Si pensi anche all'innocente figlioletta di tre anni di uno dei banchieri. Forse in filigrana c'è un discorso su certe degenerazioni della scienza, o anche che non esistono le scoperte scientifiche che risolvono tutti i problemi del mondo, perché hanno sempre pesanti e non accettabili lati negativi. Probabilmente si può ravvisare anche l'idea che la vendetta personale è sempre un ginepraio inestricabile di bene e di male. In ogni caso non mi sembra che il comportamento del protagonista venga assolto dal regista, e che i dubbi rimangano sul tappeto.
Detto questo, la pellicola è molto ben girata e ha degli effetti speciali stupefacenti per un film del 1936. La trama è avvincente, e la regia si avvale di molte buone idee, oltre che della oggi sempre più rara fantasia. Gli attori sono tutti adatti. Anche la vedova dello scienziato, pazza quanto lui, fa impressione col suo sguardo sgranato e allampanato. Penso che per girare quelle scene con i personaggi in miniatura siano stati necessari più ingegno e creatività di quanto non lo sia oggi per il sofisticato digitale.

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