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Molto rumore per nulla

Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film

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La recensione su Molto rumore per nulla

di Stefano L
8 stelle

Much Ado About Nothing (1993) | Coolidge Corner Theater

 

Dopo il successo di pubblico e critica di "Henry V", Kenneth Branagh torna a rivisitare il territorio shakespeariano con "Much Ado About Nothing". Lo sfondo storico si sposta dal periodo rinascimentale ad una pittoresca ambientazione italiana di metà ottocento, localizzata originariamente a Messina ma ripresa nelle campagne toscane, con un'intro che addirittura potrebbe richiamare alla memoria anche la vecchia tradizione western. Il titolo fa riferimento a un pettegolezzo origliato, che nell'Inghilterra elisabettiana simboleggiava il nulla scaturito dal caos. Il desiderio di Branagh era quello di tenere alto il ritmo senza stemperare il vis dei soliloqui e l’eloquenza del testo: le maschere evocano metafore, trasmettendo profondità e non risparmiando momenti esilaranti. Alcuni tagli della commedia originale erano essenziali al fine di rendere dinamico il racconto, e questo processo viene messo a punto evitando di danneggiare la narrazione. Il monologo sull'essere "orribilmente innamorati" ne è un esempio calzante; esponendolo quale un “flusso di coscienza”, palesa efficacemente contraddizioni e patemi del protagonista mediante un linguaggio conciso, spontaneo. La mdp non è statica: segue i personaggi espletando l’irrequietezza delle loro sagome in modo fluido, distante quindi dal consueto cineteatro. L'asso nella manica rimane però il casting. Branagh ed Emma Thompson sono ovviamente gli interpreti più competenti in materia; Benedetto rappresenta il vanto arrogante di uno sciovinista sui generis, Beatrice una donna emancipata ante litteram dallo spirito acido e una bassa opinione sugli uomini: entrambi rivelano gradualmente insicurezze, dissidi, debolezze, mantenendo un climax brillante, il quale sciorina perfettamente le sottigliezze di entrambe le travagliate personalità, nonché dei rispettivi bagliori psicologici. E mentre Denzel Washington nei panni di Don Pedro si manifesta leggero ed icastico, scegliere Keanu Reeves nel ruolo di Don John è stata una scommessa rischiosa; fortunatamente la sua performance fredda e calcolata si inserisce in maniera pertinente nel contesto, anche se non priva di legnosità. Poi abbiamo i giovanissimi Robert Sean Leonard e Kate Beckinsale: attori non dello stesso calibro degli altri, eppure nei frangenti sentimentali, carichi di un’enfasi paludata a tratti fastidiosa, sembrano sufficientemente credibili. Spassoso infine il Carruba di Keaton, il cui umorismo tendente allo slapstick non guasta l’atmosfera, figurando un contrasto tutto sommato azzeccato. Dunque l'opera, particolarmente degna di nota per il virtuosismo della sua progettazione, non può che confermare il regista tra gli artisti migliori nelle riletture bilanciate ed ingegnose dei celebri componimenti letterari, garantendo un’esperienza di intrattenimento completa e alquanto gradevole. Raffinatissime ancora una volta le musiche di Patrick Doyle.

 

È con quest'opinione che rivolgo a tutti i miei più sentiti auguri di buon Natale e Santo Stefano!!

 

 

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Ultimi commenti

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  2. supadany
    di supadany

    Ricambio sentitamente gli auguri e sono d'accordo con quanto scrivi su Branagh, che qui realizza uno dei suoi film migliori assieme a "Nel bel mezzo di un gelido inverno"!
    ;-)

    1. LoLori
      di LoLori

      l'ho vidi pure io... ai tempi in cui avevo la fissa per Branaghan e i suoi film "teatrali"
      io intendo quello con l'ultima Johan Collins"

  3. Stefano L
    di Stefano L

    Auguri anche a te Supadany!!!! E grazie per l'intervento...

  4. angelina
    di angelina

    Molti auguri di buone feste anche a te,Stefano ! Anch'io concordo con te e Supadany che "Molto rumore per nulla" sia una delle opere migliori di Branagh. Ciao ! Angelina

    1. LoLori
      di LoLori

      avete mai visto "La dodicesima notte"? :)
      "Amlet" è la peggiore forse? che ne dici?

  5. Stefano L
    di Stefano L

    Ciao Angelina, buone feste!!!!

  6. LoLori
    di LoLori

    Stimo Danzel Washington... ma qui l'ho sempre trovato fuori luogo... non solo per l'imponenza scenica espressa, a volte ostentata in tanti grandi ruoli in altrettanti grandi film, ma anche per via della sua razza... [non è Otello ;) ]
    Anche se - complice l'ottimo doppiaggio - ruba troppo spesso la scena.
    Il film, sempre a mio modo di "vedere l'attore", va stretto anche a Keanu Reeves... questo e Shakespeare... non Matrix :)
    Perfetti, come dici tu, tutti gli altri...
    una curiosità... - : la carriera Robert Sean Leonard (conoscevo il volto ma il nome non l'ho mai ricordato), come quella di Ethan Hawk, decollò col bellissimo ruolo in "L'attimo fuggente"... per atterrare - per quanto mi è dato di sapere - poco più in la... ["Driven"...che irride e sminuisce persino un'attore d'azione quale Stallone :))) ]. La cosa curiosa è che il ruolo di Sean Leonard in "L'attimo fuggente" era quello di un aspirante attore shakespeariano...
    Beh... a volte il cinema... :D))

    1. Stefano L
      di Stefano L

      Ciao LoLori. Non credo che in questi casi la razza possa essere una barriera limitante al connubio attore/personaggio. Certo, è un aspetto poco attendibile dal punto di vista epocale, ma dopotutto stiamo parlando di una trascrizione di Branagh molto personale. Reeves invece qui è un po' piatto e monocorde, ma non è mai sembrato adatto ai suoi personaggi del cinema di fonte letterale (vedi Dracula di Coppola)... grazie per le altre informazioni comunque :)

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