Regia di Alfonso Brescia vedi scheda film
I film "poliziotteschi" di Mario Merola hanno tutti lo stesso schema: il camorrista buono, attuale o ex contrabbandiere, con notevoli doti canore, subisce l'ingiusta uccisione della moglie o del figlio o di tutt'e due e cerca la vendetta. Qui lo schema si ripete, ma la situazione, seppure risaputa, funziona, nonostante le riserve morali che si debbono fare su un film che propone come modello un camorrista quasi onesto, di quelli che trafficano con le sigarette ma disdegnano la droga, e che ammazzano solo per un senso di giustizia e nonostante il tentativo miserando di inserire della comicità in questa sceneggiata (la scena madre è affidata a Ria De Simone): il solito Montanaro proprio non ne vuol sapere di far ridere. Comunque si capisce che Alfonso Brescia è uno che la macchina da presa la sa tenere in mano, e già che c'è aggiunge allo schema usuale l'inseguimento tipico del poliziesco, ma stavolta in motoscafo. (26 giugno 2008)
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