Regia di Carmine Gallone vedi scheda film
Un tenore lavora ancora con l'ex fiamma, una collega, cosa che desta le gelosie della moglie. Su quest'ultima ricadono i sospetti quando l'uomo viene ucciso.
Tenue e garbata operina musicale a sfondo drammatico, questa pellicola nasce grazie a una coproduzione italo-tedesca che fa sì che sul grande schermo arrivino due differenti versioni (ma sostanzialmente identiche nella trama) della stessa: Mutterlied esce per prima, in Germania, e quindi arriva Solo per te nelle nostre sale . Il prodotto è un veicolo per la voce e il personaggio di Beniamino Gigli, tenore all'apice del successo, e null'altro; nonostante sul copione ci sia la prestigiosa firma di Thea Von Harbou (Metropolis, M – Il mostro di Dusseldorf), moglie di Fritz Lang, accanto a quella di Bernd Hoffmann e, per la riduzione italiana, a quella di Aldo De Benedetti, davvero di carne al fuoco qui ce n'è ben poca e le vicende sono le medesime di mille altri melodrammucci affini. La soprano rumena Maria Cebotari e una serie di interpreti tedeschi/austriaci (Hilde Hildebrand, Hans Moser, Peter Bosse, Michael Bohnen) completano la sezione centrale del cast; le sequenze musicali forse all'epoca impreziosivano il lavoro, ma per gli occhi – non per le orecchie, chiaramente – dello spettatore odierno tendono a risultare un po' superflue. 3/10.
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