Regia di Mario Amendola vedi scheda film
Nella Roma di inizio Novecento il giovane e povero Gigi conosce una sciantosa fatale e, per amore di lei, comincia a rubare. Il problema degenererà in tragedia molto presto.
Dopo Er più: storia d'amore e di coltello (Sergio Corbucci, 1971, scritto con Mario Amendola) e Storia di fifa e di coltello - Er seguito d'er più (1972, Amendola regista e sceneggiatore con Bruno Corbucci), ecco che arriva questo Storia de fratelli e de cortelli, ancora regia di Mario Amendola che scrive in team con Bruno Corbucci. L'ambientazione è la medesima, la Roma borgatara di inizio Novecento, una sorta di contraltare delle storie della Roma papalina in quegli anni e nei seguenti raccontata da Luigi Magni; anche i personaggi e le situazioni sono molto simili, ma ciò che cambia nelle tre pellicole sono i toni della narrazione e della messa in scena. Una commedia, una farsa e un dramma con riflessi agrodolci - in ordine cronologico: si intuisce immediatamente che lo spessore di questo Storia de fratelli e de cortelli è superiore a quello degli altri due titoli, cosa che peraltro sorprende data l'abitudine dei due sceneggiatori di lavorare nel genere comico o quantomeno leggero. La vena malinconica è affidata essenzialmente al personaggio interpretato da Vittorio De Sica, visibilmente affaticato (l'attore era malato, questa è una delle sue ultime parti prima della prematura scomparsa); per quanto riguarda i toni più lievi o ridanciani, Amendola si affida a Ninetto Davoli, Toni Ucci, Franco Citti; negli altri ruoli principali Maurizio Arena, Tina Aumont, Guido Mannari, Anna Maria Pescatori, con una comparsata di Nello Pazzafini. Ottime le musiche di Franco Micalizzi. 4,5/10.
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