Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Nella Sicilia degli anni '60, il diciassettenne Nino (Paolo Turco) si innamora della zia Cettina (Gina Lollobrigida), donna molto bella, sensuale e attenta alle avances del giovane dal temperamento ribelle, ma anche a quelle di Sasà (André Laurence), socio del marito Biagio (Gabriele Ferzetti): dopo le festività dei Santi, la famiglia, composta anche da Elisa (Danielle Godet), madre vedova del ragazzo e altri parenti, tra cui la cugina Giulietta (Isabella Savona), a sua volta infatuata di Nino, e gli irrequieti Alfio (Corrado Gaipa, grande prova la sua) e Amalia (Margarita Lozano - anche lei molto brava - nei titoli di testa indicata erroneamente con due zeta), si ritrova nella tenuta di campagna e tutte le tensioni e le relazioni tra i personaggi esplodono.
'Un bellissimo novembre' di Mauro Bolognini è aperto da una splendida sequenza notturna, in cui viene mostrata una funzione in suffragio dei defunti, dove il corteo viene unicamente illuminato dalle fiaccole tenute in mano dai partecipanti la cerimonia, fotografata magnificamente da Armando Nannuzzi, ma poi non mantiene del tutto queste premesse.
Spostando la scena nell'ambiente circoscritto della masseria per descrivere le psicologie dei vari caratteri e concentrandosi sulla relazione tra Nino e Cettina, Bolognini costruisce come sempre un film elegante dal punto di vista formale ma che, portando avanti pù tematiche - la misoginia, presente in tante sue opere, il conflitto tra tradizione, rappresentata da Alfio, e modernità, rappresentata da più personaggi, tra cui Sasà, i legami familiari che si tramandano di generazione in generazione - finisce per perdere di vista in parte l'elemento narrativo, con intoppi provocati da flashback inopportuni, e la visione d'insieme del film, che ha comunque dalla sua una non indifferente carica di erotismo, grazie alla Lollo, la cui recitazione è in parte 'rovinata' dalla poco saggia scelta di doppiare lei e praticamente tutto il cast, ma compensata da un paio di scene dove mostra 'generosamente' le sue provocanti forme, specie in quella, famosa, della doccia in sottoveste con Nino che le versa addosso brocche di acqua.
Un film con molte imperfezioni, anche per colpe dovute a parer mio più a scelte produttive (doppiaggio) o di script che al regista, il cui tocco non viene meno anche in questa tormentata ma intrigante opera.
Voto: 6,5.
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