Regia di Mario Bava vedi scheda film
Non memorabile, e lo stesso Bava non ne era orgoglioso per via della trama assurda; capita, però, che sia il primo film in cui caratteristiche proprie del giallo all'italiana sono riconoscibili.
Le premesse sono rubate da Hitchcock (storpiato anche nel titolo, come da tradizione italiana), sfruttate allo stesso modo in cui Argento lo farà: cosa succede se un cittadino comune viene coinvolto in una vicenda criminale? La risposta è: il cittadino comune diventa ispettore; principio (qui come in gran parte dei gialli derivati) di una lunga serie di inverosomiglianze nella sforacchiata sceneggiatura, che si rilassa fin troppo sul concetto hithcockiano di cinema d'intrattenimento. Su queste premesse, Bava (che arrivò a dichiarare: "Con Stewart e la Novak avrebbe anche potuto funzionare, ma io invece avevo...beh, non riesco neanche a ricordare i nomi"), si concentrò sulla tecnica, con risultati ottimi sia in regia che in fotografia, creando ombre e luci poi diventate imprescindibili aspetti del giallo all'italiana. Un paio di anni dopo, con Sei donne per l'assassino, concepì il primo, completo film del genere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta