Nora Davis, una ragazza inglese in vacanza a Roma, si trova al centro di una spaventosa serie di delitti. Il guaio è che nessuno le crede.
Note
Il titolo fa riferimento a L'uomo che sapeva troppo di Hitchcock. Bava costruisce un thriller secondo le classiche regole del genere, ma con intenti dissacratori. Alcuni momenti sono molto godibili.
Al di là della sua importanza storica, il film è intrigante per come Bava mette in scena, con impressionante potenza visiva ed espressiva, una Roma insolita, inquietante, spettrale, filtrata attraverso lo sguardo impaurito e la mente confusa della protagonista, vittima di un incubo la cui ambiguità viene resa perfettamente nel finale. Voto 7,5
Elegantemente fotografato ma sconclusionato e sfacciatamente inverosimile il rischia di scadere nel esercizio di stile ma è riscattato dall'inventiva del regista, dall'ironia e da un bel numero di Valentina Cortese.
Il giallo all’italiana nasce nel 1963 accompagnato dalla voce di un giovane Adriano Celentano che canta la sua hit Furore, la canzone fa da sfondo ai titoli di testa del film di Mario Bava, titoli che mostrano un aereo dell’americana TWA in volo verso Roma.
A bordo del velivolo c’è la giovane e bella Nora Davis (Letìcia Romàn, al secolo Letizia… leggi tutto
Una ragazza in visita a Roma se la passa subito male: prima ha un involontario incontro con uno spacciatore di marijuana all'aeroporto, poi viene scippata a Trinità dei Monti e batte la testa e, una volta rinvenuta, vede una donna che è appena stata pugnalata. Un inizio quasi eccessivo che prometteva ben altre cose. leggi tutto
Bella la fotografia, poco credibile che una persona succedano tutte quelle cose in un cosi breve lasso di tempo,anche la tensione cala in troppi punti e la soluzione non è memorabile.Si dice che Dario Argento abbia preso spunto da questo film e io me ne sono accorto anche senza saperlo,ma lui lo ha fatto in una maniera strepitosa. leggi tutto
Nora (Leticia Roman) e' una giovane turista americana in vacanza a Roma. Una notte in Piazza di Spagna, assiste all'omicidio di una donna. Le autorità mettono però in dubbio la sua testimonianza, convinte che la ragazza abbia avuto un'allucinazione. …
Considerato unanimemente come l’antesignano del giallo all’italiana (insieme al successivo Sei donne per l’assassino, sempre di Mario Bava), La ragazza che sapeva troppo presenta effettivamente, anche se in modo ancora seminale, molti degli stilemi del genere: l’inverosimiglianza della vicenda, il/la protagonista coinvolto/a casualmente in una situazione al di fuori…
Le ascendenze del cinema di Alfred Hitchocok sono riscontrabili nell'opera di Mario Bava sin dal titolo La ragazza che sapeva troppo (1962), anche se il regista avrebbe voluto il titolo Incubo, sicuramente più evocativo ed interessante, data anche la zampata finale che probabilmente nelle prime versioni della sceneggiatura o della genesi dello sviluppo del film, quasi sicuramente virava…
L'angolo del libro / 5 "Gatti a nove code e occhi di giada in labirinti di vetro, lucertole con la pelle di donna e tarantole dal ventre nero, farfalle dalle… segue
Il giallo all’italiana nasce nel 1963 accompagnato dalla voce di un giovane Adriano Celentano che canta la sua hit Furore, la canzone fa da sfondo ai titoli di testa del film di Mario Bava, titoli che mostrano un aereo dell’americana TWA in volo verso Roma.
A bordo del velivolo c’è la giovane e bella Nora Davis (Letìcia Romàn, al secolo Letizia…
Solo ora mi accorgo che ieri avrebbe compiuto 102 anni uno dei miei registi preferiti, nonché uno dei migliori italiani: Mario Bava, re dell'horror, ispiratore di Dario Argento, maestro del gotico, ma…
Una ragazza in visita a Roma se la passa subito male: prima ha un involontario incontro con uno spacciatore di marijuana all'aeroporto, poi viene scippata a Trinità dei Monti e batte la testa e, una volta rinvenuta, vede una donna che è appena stata pugnalata. Un inizio quasi eccessivo che prometteva ben altre cose.
Non memorabile, e lo stesso Bava non ne era orgoglioso per via della trama assurda; capita, però, che sia il primo film in cui caratteristiche proprie del giallo all'italiana sono riconoscibili.
Le premesse sono rubate da Hitchcock (storpiato anche nel titolo, come da tradizione italiana), sfruttate allo stesso modo in cui Argento lo farà: cosa succede se un cittadino comune viene…
Bella la fotografia, poco credibile che una persona succedano tutte quelle cose in un cosi breve lasso di tempo,anche la tensione cala in troppi punti e la soluzione non è memorabile.Si dice che Dario Argento abbia preso spunto da questo film e io me ne sono accorto anche senza saperlo,ma lui lo ha fatto in una maniera strepitosa.
"La ragazza che sapeva troppo" diretto nel 1963 da Mario Bava, devo dire che è splendido. La storia racconta che la giovane Nora Davis, si reca a Roma per trascorrere una vacanza, ma fin dal suo arrivo le cose prendono una piega spiacevole, quando in aeroporto il suo vicino di posto in aereo viene arrestato per traffico di droga. Ma questo è solo l'inizio di…
Bava mon amour! Questa volta si cimenta in un genere già ampiamente sfruttato, il Giallo, costruendo a sua volta un genere...ossia il giallo italiano che sarà spulciato da Argento, Fulci, Martino e co. Nonostante qualche ingenuità nella storia, si distingue soprattutto per la fotografia superba, per le location (superba la Roma notturna) e un'impeccabile costruzione della suspense che gioca…
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Commenti (7) vedi tutti
Sulla falsa riga di Hitchcock, ma rimane confuso e poco convincente, anche nelle intepretazioni. 5 meno
commento di BradyIrrimediabilmente datato.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiAl di là della sua importanza storica, il film è intrigante per come Bava mette in scena, con impressionante potenza visiva ed espressiva, una Roma insolita, inquietante, spettrale, filtrata attraverso lo sguardo impaurito e la mente confusa della protagonista, vittima di un incubo la cui ambiguità viene resa perfettamente nel finale. Voto 7,5
leggi la recensione completa di rickdeckardElegantemente fotografato ma sconclusionato e sfacciatamente inverosimile il rischia di scadere nel esercizio di stile ma è riscattato dall'inventiva del regista, dall'ironia e da un bel numero di Valentina Cortese.
commento di michelUno dei film meno memorabili di Bava, fra l'altro invecchiato piuttosto male. Voto: 5½.
commento di sasso67Cultissimo!!!!!!!!!!!
commento di tunneyUn altro capolavoro di Bava.
commento di ronk