Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Un film sull'evidenza della contrapposizione fra sogno e realtà, fra aspettative verosimili e progetti irrealizzabili, sullo scontro inevitabile fra le speranze (qui intese come riscatto sociale) e la cruda, crudele quotidianità concreta. Se tutti lo ricordano come una delle migliori prove della Magnani - peraltro in un ruolo che la sta a pennello -, va altrettanto ricordato lo straordinario Chiari che per una volta, in una parte assolutamente distante dalle sue corde, rimane al di sotto delle righe e recita in funzione degli altri, senza protagonismi. Visconti organizza una massinscena impietosa sul mondo del cinema, ma la metafora con la vita intesa in senso generale è fin troppo evidente: la realtà non è posto per sognatori. Da citare anche Blasetti (coraggiosamente?) nella parte di sè stesso, non esattamente un personaggio positivo nel complesso del film.
Popolana romana manda la figlia ad un casting cinematografico, nel quale vede la possibilità di realizzazione di tutte le sue speranze di rivalsa sociale, di fama e di benessere. Uno degli esaminatori prova a sedurla, gli altri ridono della bambina e i sogni di gloria e ricchezza svaniscono.
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