Regia di Gianni Crea vedi scheda film
Su sette film girati in tutta la sua carriera, cinque sono spaghetti-western. "Caspita!" diremmo noi, "Quasi un Sergio Leone! Un Sam Peckinpah!". No, a dir la verità Gianni Crea ha ben pochi meriti. Uno è quello di aver fatto praticamente solo western, l'altro è di averli fatti quasi tutti con il mitico e granitico Gordon Mitchell (3 SW su 5), e infine, terzo ed ultimo merito, quello di averci regalato non più di venti minuti davvero straordinari con William Berger alias il Corvo in "...E il Terzo Giorno Arrivò il Corvo". Come il successivo "I Sette del Gruppo Selvaggio" (improbabile mix tra "I Magnifici Sette" e "Il Mucchio Selvaggio"), anche questo film è indigeribile nel suo pressapochismo, nell'ostentazione quasi cercata e voluta dell'imprecisione e del posticcio. Dialoghi che neanche i bambini che giocano ai pistoleri. Montaggio e ritmo che sanno di tesina delle elementari. Non vuol dire essere impietosi a parlarne così, è che è impietoso il film stesso. Che si rialza solo nei quasi venti minuti in cui entra in scena e puoi muore William Berger. La sua caratterizzazione di questo fantomatico Corvo, portatore di morte e cattive notizie, è venuta bene, e va detto. Soprattutto i duelli che lo vedono protagonista, lui che esce dal buio come se fosse in un horror, inquadrature da equilibrista che fanno la gioia della "bizzarria spaghetti". Peccato che puoi muore (tra l'altro in un bel duello con Lincoln Tate), e il film ritorna quello di prima. Da segnalare la presenza di Fiorella Mannoia, allora cascatrice e pseudo-attrice, e quella del già citato Lincoln Tate, già il fu Acquasanta Joe. Un film che vale solo per la presenza di William Berger e per il suo Corvo.
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