Regia di Gianni Crea vedi scheda film
Per l'assoluta inconsistenza della trama, per la totale incapacità del regista di gestire anche l'inquadratura più banale, per la recitazione canina della maggior parte degl interpreti, per le situazioni stereotipatissime e i dialoghi da latte alle ginocchia, questa pellicola può arrivare perfino a raggiungere lo status di opera sublime. In rete, fra le altre voci più o meno attendibili, si sostiene che Gianni Crea abbia rilevato la regia da un collega che aveva abbandonato il lavoro in stato avanzato, aggiungendo qualche sequenza ex novo e qualche altra tratta da un suo precedente film (!); qualsiasi versione si voglia accreditare come ufficiale, di certo la più incredibile è quella per la quale Crea avrebbe realmente voluto girare questo pasticcio informe esattamente in questo modo. A complicare ulteriormente la faccenda interviene la produzione di Maurizio Mannoia, che si ritaglia anche un ruolo sullo schermo e che, soprattutto, impone come co-protagonista la sorella Fiorella, già stunt e controfigura e futura cantante di successo; la Mannoia ha l'espressività algida e incolore delle sue maggiori hit e dimostra una spontaneità inesistente che ben spiega le ragioni per cui la sua carriera di attrice naufragherà ben presto dopo questa disdicevole prova. Al di là di qualche altro volto semisconosciuto come quelli di Lincoln Tate e di Giuseppe Tuminelli, la vera 'star' in questione è William Berger, cioè per l'appunto il Corvo, a cui però è riservata una parte piuttosto esigua; la sceneggiatura è un parto involontariamente demenziale di Mino Roli. 1/10.
Una delirante storia di vendetta di un fratello e una sorella pistoleri.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta